MARCO MAGI
Cronaca

Fausto Biloslavo vince il "Cinque Terre" Premio al cronista di guerra dell’Afghanistan

Il riconoscimento ieri all’agriturismo Buranco di Monterosso, con Luigi Grillo a fare gli onori di casa davanti alla giuria di giornalisti

di Marco Magi

L’inno di Mameli apre, gli emozionati applausi chiudono. Approfondimenti, giornalismo di opinione, episodi toccanti, vita vissuta, semplicemente vera cultura nelle due ore che stanno in mezzo all’evento e sono alla base del Premio giornalistico ‘Cinque Terre’. Quest’anno, la giuria, ha deciso di assegnarlo a Fausto Biloslavo, cronista di guerra, classe 1961, che ha avuto il suo battesimo del fuoco con un reportage durante l’invasione israeliana del Libano. Aveva soltanto 21 anni. E come ha ricordato Luigi Grillo, padrone di casa dell’agriturismo Buranco (location dell’appuntamento) e soprattutto presidente dell’associazione ‘Amici delle 5 Terre’ che promuove la kermesse: "i presenti sono stati ascoltatori privilegiati, per aver appreso dalla voce di un inviato come Biloslavo, i reali accadimenti in Afghanistan".

Lo stesso giornalista triestino, ricevuto in dono anche delle preziose bottiglie di Sciacchetrà di Buranco e un piatto in marmo portoro, ha immediatamente rivelato come investirà il rimborso in denaro, derivante dal contributo alla manifestazione della Fondazione Carispezia: "In tutte le maniere cercherò di tornare in Afghanistan". E alla domanda della collega Roberta Della Maggesa (caposervizio della redazione spezzina de ‘La Nazione’, sul palco insieme al collega de ‘Il Secolo XIX’ Paolo Ardito e a Stefano Zurlo, inviato de ‘Il Giornale’) di quale sarebbe, se fosse proprio a Kabul, la foto che scatterebbe per prima, Biloslavo ha affermato sicuro: "Il dramma, il caos, l’imbuto umano dell’aeroporto. Mi travestirei da afgano perché in abito elegante o con una giacca da fotografo sarei un obiettivo. Cercherei subito il contatto con i talebani, non prima di essermi fatto crescere la barba". E dopo gli interventi del sindaco di Monterosso, Emanuele Moggia e del presidente della Provincia Pierluigi Peracchini, è toccato al presidente dei giurati Maurizio Belpietro, spiegare le motivazioni che hanno portato a scegliere Biloslavo nell’edizione 2021 del ‘Cinque Terre’.

"Nella storia di questo premio – dichiara Belpietro – abbiamo consegnato la targa a giornalisti, conduttori televisivi e radiofonici, polemisti, e stavolta lo sguardo si è posato su un giornalista con la G maiuscola, coraggioso, che ha avuto la forza di raccontare dei fatti". Biloslavo ha ricordato come il suo cuore triestino, porto di mare e di confine, abbia influito sulla scelta di vita e di carriera. "Così come la scritta davanti all’istituto nautico dove ho studiato: ‘Acta non verba’, fatti non parole. Per questo sono riuscito, fino ad oggi, a coprire l’80 per cento dei conflitti mondiali. Vorrei farlo ancora per almeno un anno e arrivare a 40 di mestiere, lasciando poi definitivamente a casa il giubbotto antiproiettile, per la felicità di mia moglie".

È sempre rimasto un freelance Biloslavo, veramente libero, facendo i conti con i problemi quotidiani, ma andando dove nessuno voleva andare. E al passo coi tempi.

"Non sono come Feltri – aggiunge Biloslavo – a cui è sufficiente la macchina da scrivere. Oggi non basta più neanche l’articolo, ci vuole la foto, la macchina da presa, la condivisione sui social e molto altro".

Ma insomma, il suo pensiero sulle attuali vicende in Afghanistan?

"Alla fine non valeva neanche la pena intervenire – conclude Biloslavo – per poi combinare questo disastro. Gli americani dovrebbero provare vergogna, ma nell’Occidente credo che la medaglia della vergogna la meritiamo tutti. L’errore degli Stati Uniti? Pensavano fin dall’inizio di esportare, come in Iraq e in Libia, la democrazia: ma non è un elettrodomestico, come un frigorifero, che attacchi alla corrente e funziona! Senza contare che si sono accordati sottobanco con i talebani e non hanno neanche garantito ai collaboratori di essere salvati come si deve. Una vera vergogna".