REDAZIONE LA SPEZIA

"Fate saltare i cantieri del Muggiano". L’ordine lanciato dai nazisti nel ’44 e sabotato dal lavoro degli operai

A scatenare l’allarme un messaggio dell’allora capo della Provincia Appiani al ministero dell’Interno. Anche i fascisti spezzini e alcuni disertori tedeschi contribuirono a salvare l’area dalla distruzione.

L’8 novembre 1944 il Capo della Provincia (così nella Repubblica di Salò veniva chiamato il Prefetto) Giovanni Appiani inviò al Ministero dell’Interno e al suo collega di Genova un fonogramma con “massima precedenza assoluta”, in cui era scritto. “Un telegramma segreto pervenuto al locale Comando piazza Germanico dispone che il giorno 10, con grosse mine, sia fatto saltare stabilimento Terni-Odero al Muggiano e giorno … [i puntini sostituiscono la data] dalle ore sette alle dieci lo stabilimento metallurgico di Pertusola. Poiché ciò contrasta con precedenti affidamenti di sospendere ulteriori distruzioni prego intervenire massima urgenza per evitare il provvedimento".

Ho scoperto il documento mentre lavoravo alla pubblicazione del libro di Dino Grassi “Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista” e alla ricostruzione della storia del Cantiere Navale Muggiano. Altri documenti sull’episodio non esistono. Evidentemente i fascisti, spinti dalla borghesia locale, riuscirono momentaneamente nell’intento di impedire la distruzione delle fabbriche. I nazisti avevano ormai asportato macchine e attrezzature in Germania, il Cantiere non serviva più alle esigenze dell’industria bellica tedesca: volevano punire “i traditori italiani” e lasciare, in caso di sconfitta, un Paese in totale rovina. Il parroco di Borgotaro monsignor Carlo Boiardi racconta nel suo Diario, il 13 ottobre 1944, che nella galleria ferroviaria del Borgallo (lungo la linea La Spezia-Parma) c’era “una quantità enorme di materiale accumulato” asportato “dai cantieri di La Spezia”. I tedeschi volevano “trasferire” le fabbriche italiane in Germania, compresi gli operai deportati con la forza, perché da noi gli operai sabotavano la produzione. L’8 agosto 1944 il segretario della Federazione spezzina del Pci Antonio Borgatti scriveva: "Produzione di guerra completamente cessata, la maggior parte degli operai fuori dalle officine soprattutto per timore della deportazione, chi lavora produce poco e male. Nel mese scorso quando la produzione era ancora attiva si ebbe un vasto sabotaggio". Su “l’Unità” dell’agosto 1944 il testo “Disertori” era rivolto a quegli operai del Muggiano che non sentivano “il dovere di mollare nella produzione a favore dei tedeschi”. Borgatti, il 15 settembre, confermava che “le fabbriche sono pressoché chiuse” e che i pochi lavoratori “sabotano la poca produzione tutt’ora in corso”.

Tentativi tedeschi di far saltare in aria il Muggiano ce n’erano già stati in precedenza. Gli operai hanno sempre rivendicato il loro contributo decisivo allo sminamento del cantiere. I documenti dimostrano che questa mobilitazione fu una costante: nel febbraio 1944, poi nel luglio. All’inizio del 1945 all’impegno degli operai si accompagnò quella dei disertori tedeschi. Fu un maresciallo tedesco a salvare il golfo minato: gli ordigni di distruzione avrebbero dovuto creare un vuoto tra le truppe tedesche in ripiegamento e quelle alleate avanzanti.

Giorgio Pagano

(copresidente del Comitato Unitario della Resistenza)