Città ridicolizzata da una notizia senza fondamento diffusa dal sindaco. Continua a far discutere il caso della falsa notizia della scoperta di pagine autentiche della Divina Commedia e delle tavole della Pace di Dante all’interno dell’Archivio di Stato. Un caso (da molti definitivo un 'fake') partito da un post sui social del sindaco, ripreso poi da un quotidiano: dopo la direttrice dell’Archivio di Stato (cha ha smontato pezzo per pezzo la falsa notizia), interviene il consigliere comunale del Pd Andrea Montefiori.
"Non si comprende come dei frammenti ed un atto notarile che richiama la presenza di Dante alla Spezia, siano diventati documenti autografi di Dante ritrovati durante un trasloco dell’Archivio di Stato mai iniziato. La presenza di quel materiale era ben nota (e discussa in Parlamento un’interrogazione presentata da Andrea Orlando) persino al sottoscritto, venutone a conoscenza durante una visita all’Archivio una decina di anni fa. Se frammenti e manoscritto fossero stati rinvenuti in questi giorni, non sarebbe stato scientificamente possibile attribuirli in così poco tempo. Per farlo occorrono competenze specifiche e molti studi, che non possono essere portati a termine in una settimana".
Montefiori si chiede chi abbia "passato al sindaco una notizia destituita di qualsiasi fondamento e come non abbia pensato di verificarla prima di ridicolizzare la città". L’eco della falsa notizia è arrivata fino a Sarzana, storicamente legata a Dante: l’ex consigliere del Pd Paolo Bufano ricorda a Peracchini come sia noto da un secolo che all’Archivio di Stato di Spezia "si trovino ospiti le tabulae della Pace di Dante". Il documento è dal 2005 all’Archivio di Stato, che 2020 ha partecipato a una iniziativa voluta dal Consiglio dei Ministri per celebrare il Sommo Poeta con la creazione di un accesso alle “carte di Dante”, attraverso il sito internet dell’Archivio di Stato".
Vicende che hanno avuto vasta eco sulla stampa locale anche in circostanze pubbliche successive. "Quanto alle “pagine autentiche” della Divina Commedia’, bisognerà intendersi: la prima edizione ‘moderna’ risale al 1472, è nata a Foligno ricopiando a stampa il cosiddetto ’Codice Lolliniano’, un manoscritto trecentesco conservato nella Biblioteca del Seminario di Belluno. Il più antico manoscritto dantesco (noto come manoscritto landiano all’interno del codice beccario) risale invece al 1336 ed è nella Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza. È noto che l’Inferno venne reso pubblico tra il 1314 e il 1315 a Verona e il Purgatorio divulgato nel 1316, mentre la prima ‘pubblicazione’ del Paradiso avvenne a Ravenna solo dopo la morte del Poeta (1321). E gli ultimi tredici canti dopo essere stati rinvenuti dai figli in un nascondiglio nella casa di Ravenna. Quando Peracchini parla di “pagine autentiche” del Purgatorio e del Paradiso” a cosa si riferisce? Ad un nuovo ed ignoto manoscritto anteriore al 1336? O al padre di tutti i manoscritti della Divina Commedia, quello di pugno di Dante di cui non si è mai rinvenuta traccia?"