Ex Oto, Orlando lavora alla cabina di regia "Un tavolo a Roma con i quattro ministeri"

All’iniziativa prenderanno parte i sindacati nazionali. Ieri dal vertice in Prefettura una sentenza unanime contro lo spacchettamento

di Franco Antola

Un primo risultato i sindacati lo hanno portato a casa. Sul caso Bu Sistemi difesa (Sdi) di Leonardo, ex Oto Melara, c’è un ampio tavolo politico-istituzionale, che va dal Comune alla Regione, ai rappresentanti parlamentari del territorio, che potranno, insieme, attivare una più efficace interlocuzione con il Governo. La questione Oto Melara, con la paventata prospettiva di una cessione a gruppi stranieri di uno dei più importanti asset italiani del sistema Difesa, travalica insomma i confini provinciali per diventare un affare di rilevanza nazionale, con molti riflettori accesi. Un risultato definito soddisfacente, scaturito dall’incontro convocato ieri in Prefettura dal prefetto Maria Luisa Inversini.

Ma c’è di più. I sindacati, nella serata di ieri, hanno avuto modo di confrontarsi, in collegamento, anche col ministro del Lavoro Andrea Orlando, che ha ribadito il suo impegno su questo fronte. La prima iniziativa da parte sua sarà la richiesta di un incontro con i ministeri coinvolti, vale a dire Mef, Mise e Difesa. Di fatto, si attiverà una sorta di super cabina di regia, di cui faranno parte i sindacati nazionali, per analizzare il tema della possibile cessione di Oto Melara in una dimensione sovra territoriale. Anche perché l’esigenza, oltre all’ovvia risposta alle istanze locali, è quella di una imprescindibile visione del problema in un’ottica di politiche europee. Si tratta poi di capire - il ragionamento di Orlando - quali prospettive Fincantieri intenda coltivare nel filone terrestre. E d’altra parte, nel caso di uscita della ex Oto Melara dall’orbita Leonardo, il nodo resterebbe comunque quello di vincolare l’azienda al territorio, verificando i progetti industriali in questa chiave. Per quello che riguarda l’incontro del mattino in Prefettura, il confronto ha messo in pratica tutti d’accordo sull’opportunità di contrastare il disegno di cedere Oto a player stranieri, tantomeno con lo spacchettamento dei vari asset. Prospettiva definita una iattura per le ricadute negative sugli organici delle aziende della filiera.

Al tavolo c’erano in pratica tutti gli interlocutori: oltre ai sindacati (i tre confederali con Ghiglione, Carro e Ghini; i meccanici con Tivegna, Leonardi e Tavilla; le Rsu con i coordinatori Santini, Rufrano e Bronzi, gli stessi che si sono poi confrontati in serata con Orlando), i sottosegretari Pucciarelli e Costa, i parlamentari Viviani e Gagliardi, il sindaco Peracchini. Dalla componente sindacale sono stati ribaditi i timori di fronte alla prospettiva di mettere sul mercato un asset importantissimo, che avrebbe conseguenze gravissime sul sistema attuale, basato sulle quattro colonne rappresentate da navale, terrestre, underwater e munizionamento. No, quindi, al trasferimento in mani straniere della ex Oto, ma anche alla vendita ad un gruppo italiano (Fincantieri) che aprisse la strada al frazionamento degli asset industriali. Uno scenario da evitare, dice il sindacato, "non perché siamo contrari a politiche di mercato internazionali, ma perché l’Italia deve mantenere la sua leadership in settori chiave della difesa, a dispetto di manger che puntano solo ad esigenze di cassa". Una esigenza su cui tutti gli interlocutori pubblici hanno in sostanza ribadito il proprio impegno presso il governo.

Anche dalla Regione segnali di disponibilità: "L’ex Oto Melara deve rimanere italiana e sotto controllo pubblico – ha detto il presidente dell’Assemblea legislativa Gianmarco Medusei –. Auspico che il consiglio regionale domani (oggi, ndr) approvi all’unanimità l’ordine del giorno della Lega che impegna la giunta a farsi parte attiva presso il Governo per scongiurare l’ipotesi di cessione dell’azienda strategica a società estere". "Il documento – ha aggiunto il capogruppo regionale della Lega Stefano Mai – prevede di mantenere i livelli occupazionali sia per l’ex Oto Melara sia per le imprese che lavorano nell’indotto. Occorre promuovere il rilancio delle industrie della Spezia legate alla Difesa affinché si affermi e consolidi sul piano nazionale ed europeo quale polo del settore". "Sarebbe deleterio - ha sottolineato dal canto suo l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti (Lega) – qualsiasi tipo di cessione dello stabilimento di Leonardo a società estere, che finirebbe per minare il futuro dell’ex Oto Melara".