
Prime condanne per l’operazione antidroga condotta dalla squadra mobile della questura spezzina, che si è conclusa lo scorso agosto con nove misure cautelari. La rete di spaccio era nata durante il lockdown, per cercare di soddisfare ugualmente la richiesta dello stupefacente in città. E contrariamente dal periodo pre-pandemia, dove il luogo di approvvigionamento era soprattutto Milano, questa volta la droga veniva dal Sud. Durante l’attività di indagine, protrattasi per alcuni mesi sotto le direttive del dirigente della squadra mobile LorenzoMulas e del vice Alessandro Pescara Di Diana, sono stati sequestrati oltre due etti e mezzo tra eroina e cocaina. Un primo canale di approvvigionamento veniva individuato in Salvatore Calì, 34 anni, domiciliato ad Afragola, arrestato in flagranza il 7 aprile scorso, proprio mentre stava per consegnare oltre un etto tra cocaina ed eroina. Ieri davanti al giudice Marinella Acerbi, difeso dall’avvocato Marta Mancini, Calì ha patteggiato una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione.
Le successive indagini aveano permesso anche di risalire al livello superiore, cioè al fornitore degli stupefacenti: Antonino Rosati di 40 anni, residente a Casalnuovo di Napoli, incensurato. Ha chiuso i conti patteggiando una condanna a quattro anni e sette mesi di carcere.
Ma dopo l’arresto del corriere campano, per non perdere la clientela, era subentrato un nuovo fornitore con un ulteriore calale di approvvigionamento: Antar Abidi tunisino di 50 anni, domiciliato nel comune di Ameglia ma collaboratore di alcune palestre, arrestato il 4 giugno in via Don Minzoni subito dopo aver ceduto alcune dosi di eroina. Anche lui, difeso dall’avvocato di fiducia Giuliana Feliciani, ha patteggiato una condanna a quattro anni e due mesi.
M.B.