Il canile come box. Come gabbia, nella quale ogni suo ospite vive recluso nell’attesa del proprio turno. Il turno per il pasto ad esempio, quello per sgranchirsi nell’area di sgambo, quello per ricevere un biscotto a fine giornata e ricominciarne una esattamente uguale. Il proprio turno per vedere arrivare qualcuno ad aprire quel cancello e permettere finalmente di andare oltre le sue sbarre. A conoscere il mondo fuori. Così ha fatto l’associazione spezzina L’Impronta Volontari Indipendenti, che dal 2018 gestisce il canile – e il gattile – municipale della Spezia, in via Del Monte a San Venerio. ’L’impronta oltre il canile’ è il nuovo progetto, ideato e presentato da Sara Roversi (educatrice cinofila e in passato già volontaria), che proponendosi di dare ancor più visibilità a quei cani che spesso rischiano di passare in canile un’esistenza intera e volendo migliorare ulteriormente le condizioni di vita degli ospiti più in sofferenza in struttura, si pone l’obiettivo della loro adozione consapevole e definitiva previo il loro inserimento in un contesto di casa-famiglia. "Personalmente non ho inventato nulla – spiega Sara - esistono già in Italia analoghi servizi di casa-famiglia che accolgono i cani prima di darli in adozione. Ho chiesto ai volontari de ’L’impronta’ se questo poteva loro interessare in modo da offrire il mio contributo, e ho trovato i ragazzi subito contenti della mia proposta, così abbiamo iniziato questa collaborazione". La prima a essere scelta per fare quest’esperienza è stata Malva: entrata in canile a soli quattro mesi, dopo essere stata ritrovata sul territorio di Sarzana, Malva ha vissuto in struttura fino ai suoi attuali due anni mostrando però evidenti segni di malessere e frustrazione fino ad arrivare a provocarsi lesioni. "Malva presentava piaghe sulle zampe – spiega Sara – che si era procurata da sola leccandosi continuamente, per il disagio della prolungata reclusione". E il progetto sta dando già i suoi ottimi frutti: "Malva partecipa alla mia vita familiare sperimentando il contesto casalingo, ma è anche partecipe di tutte le altre attività che quotidianamente svolgo e ha dovuto perfino entrare in relazione con i miei due cani (ndr. Tarzan e Sami) e questo le ha fatto fare un grandissimo passo avanti soprattutto nell’ottica di un’adozione. È migliorata anche nel comportamento che è ora in linea con la sua età adulta". Tutt’altro che uno stallo, al contrario un’esperienza che assicura al cane una crescita, più forza e più consapevolezza del mondo esterno. "La cosa più importante – precisa Lara Bernacchi, volontaria e membro del consiglio direttivo – è che questa condizione non è di ’stallo’: Malva non rientrerà più in canile, ma da Sara viene preparata e seguita per un’adozione consapevole e definitiva". Alma Martina Poggi
CronacaEcco la casa famiglia per cani. Per facilitare le future adozioni