Delitto Corini, chiesti 14 anni e due mesi per la sorella. “Sedativo iniettato al fratello per un mix di moventi”

La richiesta è arrivata stamani dalla procuratrice generale di Milano Francesca Nanni nel processo d'appello bis

Marzia Corini (foto Frascatore)

Marzia Corini (foto Frascatore)

La Spezia, 27 marzo 2024 – “Deve essere condannata a 14 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio volontario Marzia Corini”, medico anestesista, accusata di aver ucciso, il 25 settembre del 2015, con un'overdose di Midazolam, un sedativo, il fratello Marco Corini, avvocato di vip e calciatori e che era malato terminale di cancro, nella sua casa di Ameglia (La Spezia).

La richiesta è arrivata stamani dalla procuratrice generale di Milano Francesca Nanni nel processo d'appello bis, che è iniziato nel capoluogo lombardo, dopo che la Cassazione lo scorso anno ha annullato con rinvio l'assoluzione per la donna che era stata decisa dalla Corte d'Appello di Genova nel maggio 2022. Corte che aveva ribaltato la condanna del primo grado.

Secondo la pg Nanni, la donna, 59 anni, avrebbe iniettato quel sedativo al fratello, che aveva ancora da vivere solo poche settimane, per un mix di moventi, quello «economico» legato all'eredità e quello «personale e familiare». La sua «confessione», ha ricordato la pg, è arrivata in una telefonata intercettata nella quale diceva il 21 gennaio 2016: "Gli ho fatto un regalo, ho interrotto la sua vita in un momento in cui non era consapevole di avere la morte vicino”.

La pg ha chiesto, comunque, in linea con la condanna di primo grado, il “minimo della pena”, sostenendo che non si possono riconoscere i “motivi socialmente utili” per il suo comportamento, ma le attenuanti generiche per quel “rapporto personale e familiare” e prevalenti sulle aggravanti. L'imputata ha sempre sostenuto che non voleva uccidere il fratello, ma alleviare le sue sofferenze.