CHIARA TENCA
Cronaca

Dalla terra dei canguri in cerca del vero relax

Susannah, australiana, ha fatto tappa nel borgo. "È un posto bellissimo"

Susannah Pekolj

Susannah Pekolj

Una deviazione improvvisa e improvvisata per uscire dalle rotte dell’overtourism, una rotta che le ha regalato una giornata che, probabilmente non dimenticherà mai. Incontriamo Susannah Pekolj, giovane australiana in viaggio per l’Europa, mentre si rilassa su una panchina di fronte alla chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, uno dei punti di riferimento del borgo di Campiglia. Non una seduta qualunque, ma probabilmente una delle più belle della provincia e del Levante ligure: basta girarsi dietro lo schienale e si schiude l’infinito, lo stesso che dà il nome al sentiero che parte da Riomaggiore e arriva a Porto Venere e che da qui passa. Un viaggio lungo, un peregrinare comune a tanti giovani che arrivano dalla terra dei canguri alla scoperta del Vecchio continente: in Italia ha già visitato Milano, ma non è stata la prima tappa per lei e dopo, in un road trip eccitante e tutto da decidere, potrebbe esserci la Grecia, per ammirare mare e paesaggi e per gustare la cucina ellenica. E prima c’è stato zaino in spalla un lungo itinerario per la Scandinavia, insieme agli amici, che ha salutato prima di partire alla volta dello Stivale. "Da Milano sono scappata – racconta – non mi piacciono le grandi città, quindi ho continuato il mio viaggio alla ricerca di qualcosa di più autentico". Così, dopo Framura, è approdata qui, bypassando le Cinque Terre. "Non mi sentivo di andarci: troppa gente, troppo overtourism. Piuttosto, ho voluto trovare un posto vero, con poche persone e soprattutto desideravo fare un bagno in una spiaggia senza troppa gente, selvaggia".

Detto fatto: ha preso il bus e ha affrontato a bordo la strada tutta curve, fino a raggiungere la piazzetta e da lì si è ’tuffata’ nella distesa di scalini di arenaria del Persico, fino a godere finalmente il meritato bagno. Poi c’è stato il ritorno, un saliscendi che ha reso necessaria una sosta per riposare i piedi, ma nonostante la difficoltà e una leggera bruciatura che arrossa il suo viso, i suoi occhi ridono e anche il pit-stop è un momento per restare in contatto con la bellezza della natura e di un paesaggio unico e inaspettato. Con un amico inatteso: un gattino che viene a prendersi le sue carezze. Un sigillo ideale per questa giornata fuori dal mondo, o meglio in un mondo fuori da tutto il resto.

C.T.