MARCO MAGI
Cronaca

Dal bancone del bar di famiglia al teatro "Il segreto è entrare in simbiosi col pubblico"

L’attore comico Maurizio Battista in scena sabato al Civico: "La serata la pilota la platea e io vado dove mi porta il vento"

di Marco Magi

Dal bancone del bar di famiglia... ai grandi palcoscenici. Il popolare comico Maurizio Battista sarà protagonista sabato al Civico di ‘Tutti contro tutti’.

Come si diventa Maurizio Battista?

"Col piacere, la voglia, il carattere e perché no, il talento. Alle medie, alle superiori, sono sempre stato così, di un’esuberanza che cela timidezza. Amo la gente che ride, mi piace, involontariamente, stare al centro dell’attenzione".

Tanti romani spiccano per simpatia, cos’ha in più?

"Intanto consideri che non sono neanche scolarizzato, giusto il minimo di legge. Però bisogna viaggiare, lo dico perché faccio delle cose, che non so perché mi vengano. E soprattutto ho un gran vissuto di sofferenze. Questo aiuta il comico, come l’avere una grande sensibilità: ti far star male nel privato, ma sul palco ti dà energia. Arrivo subito in simbiosi col pubblico".

Ha un rapporto splendido con gli spettatori. Qualcuno meno benevolo c’è stato?

"Può darsi, anni fa. Ma negli ultimi 15 no. Il segreto è banale: chi viene a vedermi ha scelto, ha pagato un biglietto, comunque gli sono simpatico e magari conosce la mia vita, i miei dolori. Chi compra ‘La Nazione’ ama questo giornale, altrimenti ne prenderebbe un altro. Il pubblico è la parte sana di questa storia, perché è genuino, il suo ce lo mette. Ogni tanto sento qualche collega definirlo in malo modo, è sbagliato, se non lo fai ridere la colpa è solo tua".

Nello spettacolo del Civico avrà una scaletta?

"Certo, almeno posso non rispettarla. La serata la pilota la platea e io vado dove mi porta il vento. Se mi metto a fare i passi, 1, 2, 3, 4 e così via, non funziona. Non si nota, ma inizio a tastare il terreno, poi coi discorsi mi porto, che ne so, al mare e qualcuno dalle sedute mi dice ‘e la montagna che t’ha fatto?’. Allora mi sposto lì e procedo. Solo così 2 ore e mezza volano, per la gente e per me".

Chi assiste ha più voglia di divertirsi rispetto a due anni fa?

"La stessa. Mi rivolgo volentieri agli spettatori nel monologo: ‘voi siete eroi, voi vi volete bene, forse più di me; voi venite in questo posto dove c’è da spendere, parcheggiare, in cui c’è da tenere la mascherina, dove tutto è contro di noi’. Non lo dico per scherzo o per leccare quando parlo del legame col pubblico, mi ha dato tanto. Anche questa intervista la devo al pubblico. Non posso fare il filosofo, il saggio, non ho la cultura, ma ho la mia esperienza, che posso condire in maniera ilare".

Riesce a sdrammatizzare anche il Covid?

"La prima mezz’ora. E vedendola uscendo dal mio corpo... potrei definirla geniale. Chiaramente è a favore del Covid, chiaramente offende, facciamo finta, i no vax. Dico cose vere, ma in modo simpatico e semplice".

E proverà con il conflitto in Ucraina?

"Non mi permetto di farlo, è un evento troppo ‘alto’. Sono lì per il pubblico, non parlo né di destra, né di sinistra, né di Lazio, né di Roma. Posso dire il mio pensiero, ma faccio un altro lavoro, la guerra è una cosa delicata. Chiaramente sono contrario e questo è sottinteso".

Teatro, cinema, tv, a suo agio in ogni ambito. Parteciperebbe ancora ad un reality?

"Mai. Sono stato l’unico che dopo tre settimane, al Gf Vip, se n’è andato. Mi sono fatto una domanda da persona adulta: ‘ma che ca..o ci sto a fare qua?’. Non avevo bisogno di mettermi in luce. Ci ho rimesso centinaia di migliaia di euro. Anche lei, secondo me, da giornalista direbbe: ‘ma che ci faccio io con sti sciamannati’. Sai cosa succede, tu stai lì e soffri, così dire qualcosa che ti possa giocare la carriera o la vita, è un attimo. Se hai bisogno di soldini ci stai, ma in quell’inferno di cristallo ho più pianto che riso".

Tre figli, come li fa ridere?

"Due sono grandi, più che altro la piccola, che ha 6 anni. Ha preso da me, sul palco balla, è un personaggio. Due i miei privilegi nella vita: il primo è Anna, l’altra è lo spettacolo. Non è poco e ringrazio Dio".

Ama la cucina, soprattutto dietro i fornelli. Ma i muscoli ripieni li ha mai mangiati?

"In cucina vivo la stessa dinamica che in teatro: sono contento se gli altri lo sono. I muscoli? Sabato saranno sicuramente nel mio menu".