Difficile comprendere, in un mondo di ‘estranei’ che si allontanano sempre più, come possa esserci così tanta attenzione ai bisogni dei più deboli. Ma i frati di Gaggiola, che sostengono le attività del convento e i vari progetti di carità attraverso un’associazione sulle orme del ‘poverello di Assisi’, la San Francesco onlus, hanno un grande cuore. Di cosa si occupa, ce lo spiega padre Gianluigi Ameglio. "Primariamente – spiega – è un’organizzazione di volontariato che, attraverso i suoi soci, coordina e promuove le attività caritative della mensa e del Centro della carità di Gaggiola. Questo è il fine della nostra associazione. In maniera correlata siamo impegnati a sostenere parte delle spese delle attività, che sono parecchio gravose, per sostenere i bisogni delle tante persone che convergono sulla comunità di Gaggiola". Diverse le tipologie di utenti. "Vi sono quelli che vivono per strada, maschi adulti in particolare, italiani e non, poi chi ha una casa ma è indigente e infine le famiglie che non riescono ad acquistare i vestiti per i loro figli, per lo più straniere". E differente l’assistenza. "Innanzitutto la mensa, ovvero 50-60 pasti diurni, sei giorni alla settimana, tutto l’anno. Il centro d’ascolto, che riceve donne e uomini. In più l’aiuto per i vestiti, ad adulti e bambini. Per quanto riguarda quest’ultimo, c’è un gruppo coordinato da alcuni dei nostri soci, che attraverso l’impegno di volontari, raccoglie, seleziona e consegna gli abiti". Ma non finisce qui. "Vengono organizzate, più volte l’anno, delle mostre per raccogliere fondi per le nostre missioni in Burundi. E ancora il servizio docce, due o tre volte alla settimana, con cui diamo la possibilità alla gente di lavarsi. Infine, il servizio di accoglienza notturna, un locale dove accogliamo chi vive per strada e ci chiede di trascorrere la notte in un luogo caldo e ospitale". Vi è stato un incremento negli ultimi tempi. "Purtroppo sì – conclude Ameglio – . Lo riscontriamo in particolare nei pacchi famiglia, con il cibo alle persone con Isee basso. Sono davvero tanti di più".
Marco Magi