
di Gianluca Tinfena
E’ stato l’eroe della promozione con il gol di Frosinone che ha spianato la strada dello Spezia verso la serie A. Ama raccontarsi su Instagram, dove condivide gran parte del suo tempo libero con Carolina Rossi, la sua inseparabile fidanzata. Emmanuel Gyasi, nato a Palermo da genitori originari del Ghana, coronato il sogno di giocare in serie A, ora ne ha un altro da raggiungere: la nazionale ghanese.
Com’è nata la sua passione per il calcio?
"Da piccolo ero un bambino vivace. A 4 anni ero a Torino, dove si era trasferita la mia famiglia dal Ghana, in casa prendevo a calci qualsiasi cosa, allora mia mamma mi regalò il primo pallone. Ricordo ancora il primo giorno di allenamento a 8 anni con il Pino Torinese, la mia prima squadra di sempre. Quel giorno tornando a casa dissi ai miei genitori: voglio fare il calciatore".
Quali sono stati i suoi idoli da bambino?
"Il primo in assoluto è stato Ronaldinho, avrò guardato alla tv centinaia di sue partite. Sono sempre molto legato alle origini della mia famiglia e per me un altro modello è stato Asamoah Gyan, attaccante del Ghana degli storici risultati raggiunti ai Mondiali, che ha giocato anche in Italia col Modena e l’Udinese. Lui è stato un modello da seguire per arrivare dove sono".
Dopo i fasti di dieci anni fa, quando riuscì ad arrivare ai quarti di finale del Mondiale del 2010 in SudAfrica, ora il Ghana non sta vivendo un momento brillante. A quando la chiamata di Gyasi in nazionale?
"Io mi sento italiano ma vestire la maglia del Ghana sarebbe davvero un riconoscimento per i tanti sacrifici che la mia famiglia ha fatto per me. Per mia madre sarebbe una gioia immensa, sono sicuro che non riuscirebbe a trattenere le lacrime. Per arrivarci so che devo fare bene in serie A e farò di tutto per meritarmi l’opportunità".
Lei è diventato un esempio per tanti ragazzi nati da genitori stranieri in Italia, raggiungendo l’obiettivo della vita con coraggio e sacrifici. Che consiglio sente di dare ai tanti giovani che ci stanno provando?
"Di coltivare le proprie passioni e non arrendersi alle prime difficoltà, ma soprattutto di mantenere sempre l’umiltà. I momenti difficili servono per diventare più forti. Ai tempi della scuola dovevo difendere mia sorella da episodi di razzismo, nel settore giovanile del Torino ero spesso preso di mira dagli avversari per il colore della mia pelle. In questi ultimi dieci anni è stato fatto molto sulla lotta al razzismo e siamo cresciuti come movimento calcio, ma è fondamentale continuare. A proposito dei ragazzi cresciuti in Italia da genitori stranieri, se nascono e studiano qui è giusto che vengano considerati fin da piccoli cittadini italiani"".
A proposito della sua crescita da calciatore, chi è stato l’allenatore che le ha dato di più?
"Oltre a Marino e Italiano, che non finirò mai di ringraziare per quello che mi hanno insegnato allo Spezia, il mister che mi ha dato di più è stato Remondina. L’ho avuto sia alla Carrarese che alla Pistoiese, è stato il primo a credere in me. Oltre ad essere stato un bravissimo allenatore, è stato una figura di riferimento nella mia crescita sia di calciatore che di uomo".
Ora che è arrivato in serie A, chi è il calciatore con cui non vede l’ora di scambiare la maglia?
"Non vedo l’ora di affrontare la Juventus per chiederla al Cristiano Ronaldo. Lui è l’emblema di come deve essere un giocatore di calcio. La sua serietà e la sua professionalità sono davvero un esempio da seguire".
Lo scorso anno ha segnato 9 gol, il suo record personale in carriera. Ha già pensato a un’esultanza speciale per la prima rete in serie A?
"Ho un balletto nuovo, che ho provato in queste settimane a casa con la mia ragazza Carolina. Quando arriverà il primo gol lo farò, ma per me è importante che vinca lo Spezia, mi accontenterei di fare molti assist come quello di Udine per Galabinov".
Carolina è spesso protagonista insieme a lei delle sue storie su Instagram. Dove le piace andare nel tempo libero a rilassarti?
"Stiamo insieme da due anni e trascorro tutto il mio tempo libero con lei. Siamo sempre in sintonia, anche i social li usiamo insieme e ci divertiamo molto. Nel periodo di lockdown è stata la mia forza e mi ha dato la carica per ripartire alla grande alla ripresa del campionato. Ci piace andare spesso a Portovenere a passeggiare ma anche a mangiare pesce da Antonio. Quando abbiamo due giorni liberi ci piace trascorrerli sul lago di Como, c’è un’atmosfera magica".
Oltre a calcio qual è la sua più grande passione?
"La musica in tutte le sue forme. Se devo dirle una canzone che ultimamente ascolto spesso dico Jerusalema di Master KG, mi ricorda le mie origini e mi dà una carica incredibile prima di entrare in campo".
Come si vede quando finirà di fare il calciatore?
"Vorrei dare ai ragazzi del mio paese l’occasione di giocare in Europa. Sto pensando di aprire una scuola calcio in Ghana oppure un’agenzia per cercare i talenti negli angoli più nascosti dell’Africa".