Da 480 a oltre 600 euro. Ecco i requisiti per ottenere il sussidio

Dal 1 gennaio 2024, l'Adi ha sostituito il reddito di cittadinanza come misura di contrasto alla povertà. Rivolto a persone svantaggiate, richiede requisiti di residenza, cittadinanza, Isee e reddito familiare. L'importo varia da 480 a 6.000 euro all'anno, con possibilità di contributo per l'affitto. È necessario avere un Isee valido e aderire al percorso lavorativo.

Dal 1 gennaio 2024 l’Adi, cioè l’assegno di inclusione, ha sostituito il reddito di cittadinanza. "E’ la nuova forma di contrasto alla povertà, che prevede anche l’attivazione di un percorso di politiche attive e che è una delle misure più richieste ai nostri sportelli", spiega Ester Ciccarelli, responsabile Ital Uil Toscana. E’ rivolto a persone in condizioni di svantaggio, ed è condizionato al possesso dei requisiti di residenza, cittadinanza, soggiorno, Isee, reddito familiare nonché requisiti patrimoniali. Nel nucleo familiare, ad esempio, ci deve essere un componente con almeno 60 anni di età o in condizioni di svantaggio, oppure un disabile o un minorenne.

Le domande tramite Caf e patronati o direttamente sul sito www.inps.it con attestato Isee valido per il 2024. "Chi vuole chiedere l’assegno di inclusione o ha già fatto domanda – fa presente Ciccarelli – deve comunque avere un Isee in corso di validità e quello del 2023 è scaduto. E’ bene dunque attivarsi per rinnovarlo perché parallelamente viene anche rivalutato e ricalcolato l’assegno di inclusione spettante". Quanto all’importo, il minimo è 480 euro, anche se di media l’Adi supera i 600 euro. L’ammontare dell’assegno di inclusione può infatti arrivare fino a 6mila euro l’anno e a questo importo può aggiungersi un contributo nel caso il nucleo familiare sia in affitto per un valore pari al canone annuo previsto nel contratto di locazione registrato, fino ad un massimo di 3.360 euro l’anno. L’indennità viene erogata attraverso la Carta di inclusione emessa da Poste Italiane. Oltre al beneficio economico, chi può lavorare viene avviato al percorso lavorativo (e ha l’obbligo di aderire) che prevede l’indirizzamento ai Centri per l’impiego e alla successiva sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato.

mo.pi.