
"Calano numero di filiali e addetti, mentre le assunzioni non coprono la metà delle uscite dall’organico". E’ quanto emerso nell’incontrofra sindacati Ccnfederali Cgil, Cisl, Uil e di categoria Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Fabi e Unsin con il sindaco e presidente della Provincia Pierluigi Peracchini ed il presidente della Fondazione Carispezia Andrea Corradino sulla situazione occupazionale di Credit Agricole. Dati alla mano, dal 2019 ad oggi le ‘uscite’ sono state di 51 unità, di queste una quindicina lavoravano negli uffici della ex direzione generale di Carispezia, e non sono stati sostituiti. Ad oggi, su Spezia, i dipendenti di Crédit Agricole impiegati negli uffici centrali sono circa 130 e tra questi l’età media è elevata: a breve previsti molti pensionamenti. "L’accordo sindacale del 9 luglio 2019 – dicono i sindacati – ha tutelato i lavoratori della ex Direzione generale di Carispezia dal punto di vista professionale e della mobilità, però scontiamo ora il fatto che alla Spezia non sia stato creato il ‘quartier generale’ di servizi o strutture". Viene portata ad esempio la situazione di Cesena dove a differenza di Spezia "nella ex direzione generale di Caricesena, è stata costituita la sede della Banca Telefonica del Gruppo (con 80 colleghi circa)" mentre a Rimini, nella ex direzione di Carim "quella del Back Office Mutui del Gruppo (50 dipendenti). "Alla Spezia siamo aspettando che venga attivato il polo che funge da incubatore per le start-up (progetto Village) già operante in altre zone d’Italia". Dati che evidenziano come a poco più di un anno dalla incorporazione in Crédit Agricole Italia il numero degli impiegati nella provincia "sia diminuito – dicono i sindacati – e le nuove assunzioni, perlopiù a tempo determinato, non coprono la metà delle fuoriuscite. Anche il numero delle filiali si è ridotto", con la chiusura di sette uffici in città da luglio 2019 a marzo 2020, mentre in altre 6 in provincia e una in Lunigiana l’attività è stata depotenziata e "in alcuni casi la chiusura è stata evitata grazie all’intervento delle autorità locali. E’ importante che vi sia una fonte di buona occupazione che comprenda anche professionalità di alto livello. Vorremmo che ci fossero anche qui poli di eccellenza e che la banca, che dalla sua fondazione è sempre è stata un punto di riferimento per le esigenze anche sociali della popolazione, possa continuare ad avere questa vocazione che sembra che oggi pare venire con un arretramento dal territorio". I sindacati hanno richiesto alla Fondazione, in quanto azionista dell’Istituto di Credito, "e al rappresentante del nostro territorio, che si facciano parte attiva nella richiesta di organici più consistenti che permettano di riportare il servizio all’altezza delle aspettative e delle necessità del territorio".