MATTEO MARCELLO
Cronaca

Corruzione in Regione. I pm chiudono il cerchio

Venti le persone indagate: tra loro figura l’ex sindaco di Porto Venere. Nel mirino anche l’ex segretario generale dell’Autorità portuale di Genova.

L’ex sindaco Matteo Cozzani

L’ex sindaco Matteo Cozzani

La Procura di Genova ha chiuso le indagini per il filone bis dell’inchiesta per corruzione che a maggio 2024 aveva portato agli arresti domiciliari dell’allora presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti. Venti gli indagati. I pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, Federico Manotti e Luca Monteverde, hanno mandato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, tra gli altri, a Matteo Cozzani, all’epoca dei fatti braccio destro di Toti, capo di gabinetto regionale e sindaco di Porto Venere; a Paolo Piacenza, all’epoca segretario generale dell’Autorità portuale di Genova, così come ai gemelli Maurizio e Arturo Angelo Testa, all’ex consigliere regionale Stefano Anzalone, e a Umberto Lo Grasso, ex consigliere comunale a Genova.

Gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o per presentare memorie difensive, con i pm che, trascorso il tempo, potranno esercitare l’azione penale nei confronti degli indagati. I reati ipotizzati nei confronti dell’ex sindaco di Porto Venere, Matteo Cozzani, secondo la ricostruzione dei pm genovesi, riguardano la corruzione elettorale con l’aggravante di aver agevolato la criminalità organizzata per il presunto voto di scambio con i ‘riesini’, ai quali avrebbe promesso posti di lavoro in cambio di voti ad alcuni candidati della lista Toti, e di corruzione semplice per la vicenda legata ad Esselunga. Dopo lo scoppio dell’inchiesta, Cozzani si era dimesso dall’incarico di capo di gabinetto, e poche settimane dopo ottenne la revoca della misura degli arresti domiciliari.

I fratelli Testa sono accusati con Cozzani di voto di scambio. A Piacenza la procura contesta di non avere denunciato l’occupazione abusiva da parte dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli della porzione dell’ex carbonile e il riempimento abusivo di quelle aree. Nel dicembre scorsi, il giudice aveva ratificato il patteggiamento di Giovanni Toti, figura principale dell’inchiesta: una pena di due anni e tre mesi tramutati in oltre 1600 ore di lavori di pubblica utilità. Hanno patteggiato anche Spinelli (tre anni e tre mesi) e l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini (tre anni e cinque mesi).