REDAZIONE LA SPEZIA

"Corini era lucido, nessuna circonvenzione"

L’arringa del professor Alibrandi che difende Giuliana Feliciani nel processo in Corte d’Assise: "Non c’è falsità in testamento olografo"

"Sono felice di difendere Giuliana Feliciani, ho molta stima nei suoi confronti e sono fermamente convinto della sua innocenza". Ha esordito così, ieri mattina, il professor Luigi Alibrandi nella sua arringa davanti alla corte di Assise presieduta da Gianfranco Petralia, con giudice a latere Fabrizio Garofalo. Alibrandi era stato correlatore della tesi di laurea di Marco Corini in diritto penale commerciale, quando aveva la cattedra all’università di Parma e quello che poi sarebbe diventato un notissimo avvocato penalista era suo allievo.

Nell’ultima udienza del processo, il pubblico ministero Luca Monteverde ha chiesto quattro anni e otto mesi di condanna per Feliciani per i due falsi in testamento e per la circonvenzione di incapace. L’assoluzione, invece, dall’accusa di sottrazione e distruzione di testamento, quello mai trovato, ma secondo l’accusa redatto da Corini nell’estate 2015.

Alibrandi, grande conoscitore nonché scrittore dei codici penale e di procedura penale, ha parlato per circa due ore, difendendo Giuliana Feliciani in punta di diritto. Ha sostenuto che non ci troviamo di fronte ad una falsità in testamento olografo, perché di testamento olografo non si tratta. Marco Corini lo aveva sottoscritto di sua volontà il 18 settembre 2015. Il professor Alibrandi ha poi aggiunto che per il codice civile, non è reato scrivere un testamento per conto di terzi.

"La ceralacca era la prova che fosse un testamento segreto – ha detto alla corte – quindi il notaio Massimo Mariano che doveva venire chiamato da Giuliana Feliciani, avrebbe fatto un verbale di ricezione di quel testamento, che sarebbe diventato segreto per atto di notaio".

Un altro dei punti trattati è stata la lucidità di Marco Corini nei giorni che hanno preceduto la morte e la sua capacità di intendere e di volere. "Lo stesso pubblico ministero nella sua requisitoria ha detto che l’avvocato era lucido – ha sostenuto Alibrandi – e anche la dottoressa Santinami nella sua testimonianza ha detto chiaramente che era capace di intendere e di volere, quindi non può esserci alcuna circonvenzione d’incapace come sostiene l’accusa".

C’è stato anche un passaggio tecnico, con un aspetto di legittimità, per quanto riguarda la disciplina del falso in testamento che è cambiata dal 2016 ad oggi. "La vecchia disciplina non è più applicabile perché è stato abrogato il reato di falsità in scrittura privata, l’articolo 485 del codice penale".

Nell’udienza di lunedì prossimo 8 marzo si procederà ancora con la difesa di Giuliana Feliciani e a parlare sarà l’avvocato Valentina Antonini.

Massimo Benedetti