Liguria, bocciato il congedo mestruale. "Concezione del lavoro maschile, sarebbe stato un passo avanti"

Parla di strumentalizzazione politica la consigliera regionale di Lista Sansa, Selena Candia. Le prime a parlare di questa possibilità alcune studentesse del Cardarelli intervistate dal nostro giornale

Genova, 2 giugno 2023 – «È stata strumentalizzata politicamente un’occasione per fare un passo avanti nei diritti per le donne". Parola di Selena Candia, la consigliera regionale della lista Sansa che ha commentato così la bocciatura della sua mozione sul congedo mestruale.

"Dispiace che, nonostante l’apertura da parte di alcuni consiglieri di centrodestra abbia prevalso la strumentalizzazione politica rispetto all’oggetto" ha commentato. Nello specifico, la proposta aveva per oggetto la partenza di un dialogo tra Regione e Ufficio Scolastico Regionale sull’inserimento della misura nei regolamenti d’istituto delle scuole secondarie di secondo grado e per sollecitare, nelle sedi istituzionali opportune, l’avvio di un iter legislativo per prevederla per le lavoratici.

Il la le era arrivato proprio dalle nostre colonne, in cui si era parlato della mobilitazione delle studentesse del "Cardarelli", che avevano chiesto di poter istituire il congedo mestruale per chi soffre di dismenorrea con un documento stilato dopo un confronto con le alunne del "Nervi-Severini" di Ravenna, le prime ad aver caldeggiato l’istanza in Italia.

"Questa mozione – ha spiegato la Candia – è partita da qui, raccogliendo le prime richieste avanzate in Liguria, fra le prime regioni in cui si è iniziato a parlare della misura. Ho parlato con la giovane da voi intervistata, ci siamo confrontate e ho recepito le principali richieste sul tema, inserendole nel testo".

Tre esponenti del centrodestra, con cui l’opposizione aveva già intrapreso un percorso in Consiglio per riconoscere l’endometriosi e la vulvodinia, disturbi associati a dolori mestruali particolarmente intensi e debilitanti, si sono astenuti, ma la fumata è stata nera: 13 i contrari, 10 i favorevoli. Insomma, in Liguria il congedo mestruale non s’ha da fare.

"Occuparsi di questo tema con atti politici significa ridurre il divario di genere sul posto di lavoro e a scuola, dando alle donne maggiori opportunità di conciliare vita lavorativa e di studio con quella privata. Sarebbe stato un passo avanti verso quella rivoluzione culturale che vuole rompere con una concezione tutta al maschile dei tempi di lavoro e che punta a riconoscere la specificità del genere femminile invece che adeguarlo a un modello maschile.

Purtroppo in aula abbiamo sentito utilizzare delle motivazioni assurde per bocciare la nostra richiesta – ha sottolineato -. Dalla non attinenza alle competenze regionali, alla privacy fino addirittura ad una potenziale discriminazione tra studentesse delle scuole secondarie di primo e di secondo grado. La verità è che è mancata la volontà di sostenere, o quanto meno di discutere, una proposta che è arrivata dai banchi dell’opposizione".

Chiara Tenca