REDAZIONE LA SPEZIA

Confermata la condanna alla maga Estrella

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dopo il verdetto d’appello per la truffa operata ai danni di due sorelle.

La sfera di cristallo non si era rivelata propiziatrice di buone nuove per Maga Estrella in relazione ai conti aperti con la giustizia per la truffa inferta a due sorelle. Ma lei aveva voluto comunque traguardare l’obiettivo del colpo di spugna alle sentenze di condanna. Alla fine ha fatto flop. La Corte di Cassazione, prima della pausa estiva, ha respinto il ricorso, confermando il verdetto di secondo grado: la condanna a due anni e sei mesi di reclusione, al pagamento di una multa di mille euro e di una provvisionale complessiva di 60mila euro sulla via del risarcimento da definire in sede civile. La storia viene da lontano. Abbraccia un ampio spettro temporale, dal 2009 al 2013.

All’epoca maga Estrella, al secolo Anna Cutugno, 68 anni, aveva spillato decine di migliaia di euro a due sorelle in cambio di ‘garanzie’ di contatti con l’aldilà per raccogliere pensieri e volontà della defunta madre attraverso fantomatiche ‘telescritture’. Le due sorelle si rivolsero alla Cutugno, inizialmente, per la lettura delle carte. Da lì in poi, fu un crescendo di dazioni a favore della maga.

Secondo l’accusa, la maga, approfittando della fragilità psicologica delle due sorelle, "facilmente ingannabili e suggestionabili", e vantando i propri poteri divinatori, era riuscita a indurre le malcapitate a versare continuamente denaro nelle proprie casse. Lei consegnava alle sorelle anche lettere contenenti messaggi asseritamente trasmessi dalla madre defunta e loro pagavano. Non solo. I versamenti erano anche a fronte dell’acquisto di amuleti e talismani protettivi. Agli atti figurano anche quattro assegni post datati del valore complessivo di duemila euro, consegnati dalle sorelle alla maga Estrella: secondo la Cutugno, quegli assegni erano necessari per il compimento di riti propiziatori finalizzati alla vendita di un’abitazione di proprietà delle sorelle.

Ma c’è di più: la maga aveva richiesto alle due malcapitate il pagamento di 40mila euro, sulla base di una scrittura privata che le due vittime erano state costrette a firmare, e che attestava falsamente la ricezione di 40mila euro per far fronte a interventi medici urgenti. Le stesse sorelle, in aula, avevano ricostruito la beffa: "Sotto la minaccia di malefici, finimmo in sua balìa, indebitandoci".

Il caso giudiziario era stato aperto grazie all’impulso della psicologa che aveva in cura le due sorelle, la dottoressa Stefania Rossi. Fu lei a risollevarle dal gorgo nel quale si erano cacciate e far loro recuperare l’autostima che le portò a denunciare l’intrigo e, ora, ad ottenere giustizia, sostenute, nelle aule processuali, dall’avvocato Alessio Pianigiani.

Corrado Ricci