REDAZIONE LA SPEZIA

"Cavità di Campastrino, infondato l’accostamento con le foibe di Tito"

Nella grotta corpi di soldati uccisi durante la Resistenza "Si alla ricerca storica ma no a inaccettabili forzature"

Ben venga ricordare la pagina dolorosa legata alla cavità carsica di Campastrino ma guai ad associarla al Giorno del Ricordo o al dramma della pulizia etnica condotta da Tito. È una risposta decisa, quella che il sindaco di Riccò del Golfo, Loris Figoli, ha inviato al circolo Almirante che aveva chiesto la collocazione di una lapide o di una croce in prossimità dell’area carsica di San Benedetto in cui furono gettati i corpi di alcuni militari durante la Resistenza. Per il sindaco "una ricerca di quanto giaccia ancora nelle cavità di Campastrino è di certo momento pacificatore in una Italia unita. La memoria locale tramandata tra generazioni ricorda l’occultamento di cadaveri in momenti diversi, a seguito di scontri durante la guerra civile di Resistenza. Le modalità di occultamento erano contestualizzate nel duro scontro con le forze di occupazione tedesca, soprattutto considerando che il nostro Comune era sede di fondazione e attività della Colonna di Giustizia e Libertà". Figoli si dice favorevole "ad autorizzare sopralluoghi specifici e interventi di recupero delle povere spoglie mortali, così come a riconoscere una interazione con lo Stato tedesco per la restituzione di eventuali resti di connazionali". Ma è altrettanto categorico: "Non mi opporrò a un ricordo umano, che non potrà essere in alcun modo ricondotto al giorno del Ricordo, in quanto privo di attinenze storiche e di connessioni territoriali. Il continuo accostamento del Comune di Riccò alla alla vergogna che investe la pulizia etnica perpetrata dalle forze di Tito non potrà più essere accettato in alcuna forma".

mat.mar.