Caso Palmaria: "Coi permessi scaduti occasione per rivedere l’intera progettazione"

Il Gruppo di intervento giuridico rilancia sull’iter autorizzativo. "Si rischia una progressiva e pesante antropizzazione dell’area. Sbagliato non aver promosso il riconoscimento del vincolo culturale"

La protesta alla Palmaria

La protesta alla Palmaria

Porto Venere (La Spezia), 18 aprile 2023 - "Scadute le necessarie autorizzazioni amministrative, i lavori conseguentemente sono privi di autorizzazioni. E con il permesso di costruire scaduto per legge, si avrà modo di rivalutare il progetto complessivo in quanto la procedura per l’autorizzazione dei lavori dovrà ripartire da zero, perché una volta intervenuta la decadenza, chiunque intenda completare la costruzione necessita di un nuovo ed autonomo titolo edilizio".

Non solo soddisfazione per il sequestro dell’area, ma anche la volontà di mettere sotto la lente quello che sarà il nuovo iter autorizzatorio finalizzato alla realizzazione dei lavori: così il Gruppo d’intervento giuridico rilancia l’attenzione sulla Palmaria, all’esito del sequestro operato dai carabinieri forestali del cantiere avviato nell’ex cava Carlo Alberto per la realizzazione di uno stabilimento balneare.

Secondo il gruppo "sono da rivedere anche le prescrizioni comunicate in risposta all’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione provvedimenti inoltrata da noi riguardo il progetto a suo tempo presentato per la riqualificazione dell’area ex cava Carlo Alberto. Sul sito purtroppo non sussiste vincolo culturale, essendo l’area privata, con esclusione del demanio marittimo, e non avendo finora la Soprintendenza promosso il procedimento di riconoscimento dell’interesse culturale. Il rischio di una progressiva pesante antropizzazione dell’Isola è sempre ben presente. La Cava Carlo Alberto non potrebbe che esser considerata ‘bene culturale’, e purtroppo la relativa procedura di dichiarazione d’interesse culturale, necessaria per la proprietà privata del sito, non è stata finora svolta dai competenti organi del ministero della cultura". Secondo il Gruppo d’Intervento giuridico "bene han fatto associazioni e ambientalisti a voler chiedere la piena tutela di Palmaria con la recente manifestazione. Si deve evitare in ogni modo un futuro di cemento".