Palmaria, scontro totale sull’isola incantata. "Fermate lo stabilimento di lusso"

Braccio di ferro alla Palmaria intorno al cantiere aperto proprio di fronte alla chiesetta di Porto Venere. Dopo le manifestazioni degli ambientalisti è arrivato il sequestro dei carabinieri. "Solo un intoppo burocratico"

La protesta alla Palmaria

La protesta alla Palmaria

Porto Venere (La Spezia), 17 aprile 2023 - Lo scontro è ormai totale: da un lato la Palmaria Experience srl, ossia la società che, in virtù di un titolo edilizio rilasciato dal Comune di Porto Venere, ha ottenuto il lasciapassare per realizzare, dirimpetto alla chiesetta e sul pregiato e vincolato sedime del Carlo Alberto, uno stabilimento balneare con tanto di ristorante e servizi per una clientela selezionata. Dall’altro lato gli ambientalisti, che anche sabato mattina si sono dati appuntamento ai piedi dell’antica cava dismessa per una manifestazione, l’ennesima, contro qualsiasi progetto teso a snaturare un’isola che, complice la tardiva dismissione dei manufatti a uso militare – la Palmaria era avamposto della Marina a presidio del punto esatto in cui le acque del Golfo sfociano nel mare aperto – è rimasta per decenni intatta, selvaggia e pressoché disabitata. Figuriamoci quando in ballo c’è, come in questo caso, il dichiarato sogno, coltivato dal governatore della Regione Liguria Giovanni Toti e dal suo entourage, e pianificato in un vero e proprio masterplan, di trasformare la regina dell’arcipelago spezzino in una nuova Capri. Negli ultimi giorni il mosaico del perenne litigio si è arricchito di un nuovo tassello. I carabinieri del nucleo investigativo della forestale hanno infatti posto sotto sequestro il cantiere del futuro stabilimento vip. Durante gli accertamenti condotti dagli uomini dell’Arma è emerso che i lavori sarebbero iniziati in assenza di permesso.

Nello specifico, i soggetti responsabili avrebbero avviato la cantierizzazione oltre il termine temporale di un anno dal rilascio dell’autorizzazione, e senza richiedere alcuna proroga. Un rilievo di naturale formale, dunque, che, se non superato, potrebbe determinare conseguenze pesanti, ossia l’azzeramento della procedura e dunque la necessità di passare attraverso la convocazione di una nuova conferenza dei servizi a opera della futura amministrazione (Porto Venere è uno dei quattro comuni dello Spezzino chiamati al rinnovo di giunta e consiglio). Il problema pare essere di natura interpretativa e la schiarita sul nodo potrebbe arrivare in sede di convalida del provvedimento da parte del gip: per gli investigatori, la data a partire dalla quale si deve calcolare il termine massimo di un anno entro il quale farr partire i lavori è quella in cui la conferenza dei servizi ha rilasciato il disco verde, ossia il 28 marzo 2022.

Per la proprietà fa fede invece la firma della convenzione urbanistica, che risale al 13 agosto. Una lettura sposata anche da Comune e Regione, che in una nota congiunta sottolineano la "correttezza di tutta la procedura amministrativa adottata".