
Ha rischiato la vita per una infezione e adesso, guarito e quasi tornato alla normalità, ringrazia di cuore gli operatori sanitari del Sant’Andrea e del San Bartolomeo. Protagonista della vicenda il capitano Federico Silvestri, 34 anni, da cinque anni comandante della compagnia dei carabinieri di Sarzana, che in una lettera sottolinea il valore della sanità pubblica e la professionalità e umanità del personale.
Il 12 giugno scorso, intorno alle 4 del mattino, il capitano si è trovato in preda a fortissimi tremori e febbre alta: non riusciva a reggersi in piedi. E’ stata la compagna, giovane biomedica, a trasportarlo d’urgenza all’ospedale San Bartolomeo di Sarzana, dove è arrivato con 41.6 di temperatura e la vista sfocata dalla febbre, tanto da non riconoscere i suoi cellulari. Con tutte le precauzioni possibili – solo successivamente è stato possibile escludere che si trattasse di un caso di Covid-19 – i medici sono subito intervenuti iniziando le prime cure. In giornata il capitano è stato trasferito al reparto infettivi della Spezia dove – racconta nella lettera – ha trovato personale medico e ospedaliero fantastico, specializzato, premuroso e umano, vicino alla sua sofferenza segnata anche da forti emicranie. La diagnosi: una sepsi con un tasso di mortalità cinque volte superiore all’ictus e dieci all’infarto. Grazie alle cure, pur perdendo 6 chili di peso, il capitano Silvestri si è ripreso. Dovrà essere sottoposto ad altri controlli ma il peggio è passato.
Nei giorni in cui è stato ricoverato, il militare ha incontrato persone splendide che hanno lavorato dando tutto se stesse, pur con le mascherine e le tute anti Covid. Un mondo totalmente diverso rispetto a Paesi in cui la sanità è privata, per cui la prima domanda al paziente è se abbia o no la copertura assicurativa per le spese: Silvestri ha quindi ringraziato il cielo di essere italiano e ha sentito il dovere di esprimere riconoscenza verso tutte le persone straordinarie che lo hanno curato e che probabilmente neppure riconoscerebbe, avendone intravisto solo i loro occhi. Sanità pubblica e personale sono quindi un patrimonio da difendere, ricorda nella lettera il capitano Silvestri. Non potendo ringraziare uno ad uno tutti coloro che si sono presi cura di lui, il capitano ha scelto la lettera per un ringraziamento collettivo. Con una menzione particolare per il dottor Raffaele Staffiere, primario del pronto soccorso dell’ospedale di Sarzana, e la dottoressa Stefania Artioli, primario del reparto infettivi della Spezia e per i medici e infermieri dei due reparti, per avergli salvato la vita, averlo curato e seguito con altissima professionalità ed umanità.
Carlo Galazzo