
"Ho sperato che ci fosse un’inversione di rotta, ma è cresciuto il mio imbarazzo nei confronti degli elettori". Giovanna Angelino, 49 anni, di professione psicologa – eletta come unico consigliere di maggioranza di Porto Venere, nel 2013 e riconfermata nel 2018 nella lista- Cozzani – è lo specchio del disagio.
Impegni presi e disattesi?
"La revisione del Puc; il decoro del borgo; la promozione di un turismo sostenibile, ambientale e storico-culturale; gli incentivi alla nautica; la salvaguardia del patrimonio identitario. La realtà che ho sotto gli occhi a Porto Venere è drammaticamente lontana dai propositi e dalle aspettative".
Esempi?
"Il cimitero monumentale, le scale, il castello Doria, i carrugi, le aiuole, i muretti: tutto è sporco, sciatto e trasuda incuria. Ogni anno è stata una faticosa rincorsa alla normalità, ben prima della pandemia".
Non è che dice questo perchè è stata ’scaricata’ dal sindaco e dai suoi consiglieri dopo che è diventata una voce fuori del coro?
"La realtà e sotto gli occhi di tutti. Il degrado incalza".
Angelino all’opposizione o lavora ad gruppo misto?
"Assolutamente no. Ho sempre interpretato il mio ruolo di consigliere in chiave civica, al di fuori delle logiche di partito. Sono stata eletta come rappresentante degli abitanti di Porto Venere capoluogo, da cui arrivavano e arrivano pressanti richieste di decoro, che condivido completamente. Ci siamo candidati per essere migliori dei predecessori, ma vedo il borgo drammaticamente peggiorato. Non dico questo a motivo dei cantieri di gas, fogne e telecomunicazioni, indispensabili all’ammodernamento delle reti. Ma per la mancanza di cura dell’ordinario".
Lei si era astenuta dal voto sul Masterplan dell’isola Palmaria, nel 2019. Il disappunto viene da lontano... Il progress della frattura?
"Col disegno, inatteso, perseguito da Cozzani, di alienare una porzione del borgo, non un pezzo qualsiasi, ma una parte del mappale di Piazza San Pietro, è avvenuto lo strappo definitivo. Il mio voto, in Consiglio comunale, è stato contrario alla svendita del tratto finale di Via Colonna, per il prezzo immorale di 46.800 euro; la risonanza nazionale negativa di questa vicenda non è stata tollerata. Ma c’è di più. Negli anni ho collezionato dinieghi alle mie proposte, anche a quelle non onerose".
Qualche esempio?
"Avrei voluto, come hanno altre località turistiche, un divieto di girare in costume da bagno per le vie del borgo e quello di fumare nelle spiagge (Lerici li ha entrambi); incrementare i lavaggi delle strade; la cura del verde pubblico... Avevo proposto di bandire la vendita al dettaglio delle bottiglie di plastica da 12 litro, introducendo erogatori di acqua fresca con vendita di termos col logo del Parco. Avevo chiesto di introdurre il pagamento di un euro per accedere a piazza Spallanzani (così da generare risorse per la pulizia delle scogliere). E poi una migliore regolamentazione dei parcheggi a favore dei residenti, aree riservate nelle retrovie ai ciclomotori che ci invadono; l’estensione del girobus all’ intero anno; un parco boe a pagamento per la nautica con servizio di trasporto a terra".
Invece?
"Tutta l’attenzione, dall’inizio del secondo mandato, si è concentrata sul Masterplan della Palmaria. Mi domando: quando non si è in grado di gestire decorosamente l’ordinario è il caso di cimentarsi in progetti faraonici? Portovenere ha bisogno di piccoli interventi di qualità, farebbero davvero la differenza".
Corrado Ricci