
L’ex Ilva è un patrimonio di grande valore architettonico di testimonianza per la comunità
L’ex Ilva di Follonica tornerà a nuova vita: la giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessora alle Politiche sociali, Serena Spinelli, una delibera per un riuso sperimentale, con finalità culturali e sociali, degli spazi abbandonati della città del golfo e dell’area ex depositi Atl di Livorno. Gli interventi, finanziati dal Fondo sociale europeo, prevedono un investimento di 1,4 milioni di euro. "Oggi possiamo celebrare un altro passo decisivo per il futuro di Follonica – afferma il sindaco, Matteo Buoncristiani –. Questo finanziamento è un tassello fondamentale che si inserisce nel più ampio progetto di rigenerazione urbana dell’area cambiandola definitivamente e restituendola alla città". "L’ex Ilva non sarà più un luogo abbandonato – prosegue –, ma un luogo dove le idee, la creatività e la socialità troveranno spazio, offrendo opportunità concrete per tutti. Grazie ai precedenti amministratori e soprattutto agli uffici che hanno avviato il percorso, con la collaborazione della Cooperativa Arcobaleno". La riqualificazione dell’area permetterà quindi anche di avviare il recupero di un patrimonio storico di grande valore architettonico e di indiscussa testimonianza storica per un’intera comunità, in un’ottica di rigenerazione urbana.
"Con questo innovativo programma del Fondo Sociale Europeo – commenta il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – vogliamo tenere insieme la sostenibilità ambientale dei processi di rigenerazione urbana con interventi che favoriscano l’inclusione sociale. Le città sono costruzioni sociali e la rigenerazione urbana deve partire proprio dal valorizzare le azioni della comunità". "L’idea di fondo, alla base di questo intervento – sottolinea Spinelli –, è che la rigenerazione urbana possa accompagnare, anche nella fase transitoria, l’attivazione di percorsi che intreccino politiche di welfare e azioni socio- culturali, capaci di rendere gli spazi vissuti e utilizzati dalla comunità, favorendo coesione e inclusione di persone in situazioni di maggiore fragilità". "Questo intervento – aggiunge – dovrà aiutare a far emergere e dare nuova forza, valore a quelle realtà culturali e sociali che già esistono nei territori ma che non trovano spazi per esprimersi".