MATTEO ALFIERI
Cronaca

L’inchiesta sul biogas. Nell’impianto fermo iniziato lo svuotamento delle vasche

La multinazionale sta andando avanti nel cronoprogramma fissato con la Procura. In vista della riapertura dovranno essere rispettate alcune indicazioni date dal consulente.

La multinazionale sta andando avanti nel cronoprogramma fissato con la Procura. In vista della riapertura dovranno essere rispettate alcune indicazioni date dal consulente.

La multinazionale sta andando avanti nel cronoprogramma fissato con la Procura. In vista della riapertura dovranno essere rispettate alcune indicazioni date dal consulente.

GROSSETOProseguono le indagini della Procura di Grosseto sulle maleodoranze. Intanto l’impianto a biogas che si trova a San Martino, che dal 27 maggio ha fermato la sua attività, rimane chiuso. Sono iniziati e stanno proseguendo anche in questi giorni i lavori, resisi necessari, che dovranno essere eseguiti in questi mesi affinchè l’impianto, di proprietà di una multinazionale portoghese, possa tornare ad essere operativo quanto prima. In questi giorni si stanno infatti svuotando le vasche di digestato, quelle probabilmente ’colpevoli’ del cattivo odore che si respirava in molte parti della città. L’azienda dovrà dunque sistemare le vasche, e sicuramente coprirle come è stato suggerito dal consulente della Procura per rendere agibile l’impianto. Lavori che comunque procedono spediti.

Tra qualche settimana i carabinieri della Procura, coordinati dal sostituto Procuratore Giampaolo Melchionna, insieme al consulente si recheranno all’impianto di San Martino per vedere se il cronoprogramma di adeguamento dell’impianto sta viaggiando nella direzione che tutti sperano, soprattutto l’azienda che deve riaprire la produzione al più presto. Decine gli esposti che erano stati presentati nel corso degli anni, da cittadini esasperati per i cattivi odori che spesso hanno reso irrespirabile l’aria a Grosseto. L’impianto di San Martino, uno degli otto che ’circondano’ la città di Grosseto è stato sequestrato il 27 maggio scorso. Impianto che doveva essere trasformato in centrale in biometano per eliminare le maleodoranze che da anni ammorbano gran parte della popolazione grossetana. Due gli avvisi di garanzia che sono stati emessi dalla Procura di Grosseto: uno al presidente del consiglio di amministrazione delle due società. E l’altro al responsabile dell’impianto. I reati contestati sono scarico di acque reflue, maleodoranze e spandimento di digestato. Reati per i quali la giudice Cecilia Balsamo ha disposto il sequestro preventivo. La produzione dunque è ferma dal 27 maggio scorso.

Matteo Alfieri