RICCARDO BRUNI
Cronaca

La salute della laguna: "Direi che è andata bene. Granchio blu? Attenzione"

Il biologo Mauro Lenzi fa il punto della situazione a estate quasi trascorsa "Ha aiutato il forte vento e l’assenza di una vasta coltre di macroalghe. Sulla presenza del crostaceo sarebbe utile allentare la presa sui predatori".

ORBETELLO

Ultimo scorcio d’estate. E, con il picco del caldo che ormai dovrebbe essere alle spalle, sembra proprio che quest’anno il sistema laguna abbia retto. Un po’ perché la fauna presente, dopo la moria disastrosa del 2024, è decisamente poca; un po’ perché le condizioni climatiche hanno consentito un’estate tranquilla. Un esito che non sorprende chi segue la laguna da vicino. "Sebbene sia sempre difficile fare previsioni per le lagune eutrofiche – afferma il biologo Mauro Lenzi – questa volta non era affatto difficile prevedere un’estate tranquilla. Sulle prime, nello scorso inverno, mi avevano preoccupato i depositi organici prodotti dalla distrofia dell’estate 2024, ma, in seguito, le frequenti giornate di forte vento hanno ossidato e mineralizzato la gran parte di quei sedimenti, e all’inizio della primavera la situazione era del tutto diversa. Ciò è stato possibile per l’assenza di una vasta coltre di macroalghe che, se presente, avrebbe impedito tale azione da parte del vento".

Per cui, abbiamo attraversato una calda estate, con picchi soprattutto a giugno e luglio, ma in assenza di ‘combustibile’ (macroalghe e detrito sedimentario) necessario ai batteri anaerobici per scatenare distrofie. Anche la situazione dei moscerini, che fino alla tarda primavera preoccupava non poco, vista l’invasione invernale, si è notevolmente ridimensionata.

Stessa cosa non si può dire per un altro ospite poco gradito, il granchio blu, che soprattutto nell’ultimo periodo è stato avvistato in qualche occasione anche lungo le spiagge. C’è il rischio che, dopo aver invaso la laguna, questa specie, arrivata nel Mediterraneo dalle coste americane, si diffonda in massa anche lungo la costa?

"Il problema relativo alla presenza del granchio blu – afferma Lenzi – non sta nella specie che improvvisamente produce uno sviluppo esponenziale, quanto al disequilibrio degli ecosistemi, marini, in questo caso.

Gli ecosistemi sono fortemente stressati dalle attività umane e, alterati, perdono o riducono eccessivamente componenti delle reti trofiche e questo li rende fragili, facilmente aggredibili. Nel caso del granchio blu, è probabile che ci sia un deficit di predatori che fino a qualche anno fa riuscivano a tenerne a freno lo sviluppo, incidendo sulle larve e sugli stadi giovanili.

La pressione della pesca su organismi come polpi, seppie e specie ittiche bentoniche è decisamente pesante". Allentare la presa sui predatori, quindi, sembra essere l’unico modo per fermare l’avanzata di questa specie che è decisamente infestante, considerando l’enorme capacità che ha di riprodursi.

Riccardo Bruni