ALBERTO CELATA
Cronaca

Giannutri, Legambiente denuncia la presenza di pescatori di frodo nell’area protetta

L’associazione del Cigno: "E’ così che il ministro Pichetto Fratin vuole raggiungere il 30% di mare tutelato?"

Una foto, scattata dai volontari di Legambiente, dei pescatori di frodo

Isola del Giglio (Grosseto), 2 ottobre 2023 – Bracconieri del mare a Giannutri. Ancora una volta Legambiente Arcipelago Toscano segnala, dopo la presenza dei super-yacht di questa estate, un’altra azione che mette a repentaglio l’Isola di Giannutri, nel Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e nel Santuario internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos, Zona di protezione speciale dell’Unione europea. "Nel tardo pomeriggio di sabato – racconta Legambiente – un gommone ha sistemato illegalmente una rete da posta nell’area dei Grottoni, a pochi metri dalla costa, in piena zona 1 del Parco, la zona a massima protezione, quella integrale dove teoricamente non sarebbe possibile fare nulla, neanche il bagno. I pescatori di frodo, in pieno giorno e in totale tranquillità hanno sistemato la rete da posta, segnalata addirittura con un piccola boa bianca e questo senza che nessuno li fermasse". Del resto per Legambiente Giannutri è "completamente in balia di questi bracconieri del mare, come dimostrano i chilometri di reti fantasma eliminati dai fondali con le recenti iniziative di bonifica".

“Ci chiediamo – dice Legambiente – come sia possibile che ciò avvenga senza che nessuno si accorga di nulla e se esiste davvero la volontà di tutelare la biodiversità di Giannutri. E poi, chi controlla e come le telecamere del Parco nazionale? Perché la Capitaneria di P.S.Stefano non viene dotata di un’unità dedicata a contrastare bracconaggio e abusi nelle aree protette? Perché altrettanto non viene fatto per i Carabinieri Forestali presenti sull’isola?"

Legambiente denuncia questi atti ormai da oltre vent’anni. "Diverse volte i pescatori di frodo sono stati da noi colti in flagrante e segnalati ma purtroppo quasi mai questo ha portato a denunce, sequestri e multe. Non è più possibile accettare una tale situazione e per questo chiediamo che tutte le istituzioni mettano in atto azioni che pongano fine alle innumerevoli attività illegali a cui è sottoposta Giannutri e il suo mare".

Legambiente chiude con una domanda al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto: "Cosa intende fare per ristabilire la legalità in un’area marina teoricamente protetta? E poi vorremmo chiedere al ministro, dopo che l’Italia a firmato all’Onu l’ennesimo importante Trattato per la protezione del mare, se intende raggiungere così il 30% di mare protetto italiano entro il 2030, con Parchi marini, dove ogni tipo di illecito può essere perpetrato impunemente".