LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

Il 4° Stormo in Kuwait, gli Eurofighter vigilano contro il terrorismo

Velivoli, piloti e personale tecnico della base militare cittadina parte fondamentale della missione ’Inherent Resolve’ ad Ali Al Salem. “Una professionalità e una dedizione apprezzate dall’intera Coalizione”

Il 4° Stormo in Kuwait, gli Eurofighter vigilano contro il terrorismo

Il 4° Stormo in Kuwait, gli Eurofighter vigilano contro il terrorismo

Ali Al Salem (Kuwait), 10 maggio 2025 – “Gli straordinari risultati raggiunti e particolarmente apprezzati anche in ambito di Coalizione multinazionale di lotta al Daesh, rappresentano la sintesi della professionalità, della dedizione e dello spirito di sacrificio che anima il personale italiano in Kuwait”.

Nelle parole del colonnello Fabio Bergamini, comandante dell’Italian National Contingent Command Air Task Force Air impegnato in Kuwait nell’operazione ’Inherent Resolve’, si fondono due aspetti. Da una parte l’orgoglio di veder confermato l’alto livello di preparazione e – appunto – di professionalità dei militari italiani in qualsiasi teatro operativo siano chiamati ad operare, dall’altra la consapevolezza che tutto questo viene svolto con un’attenzione umana e con un’empatia nei confronti degli altri contingenti e soprattutto nei confronti della popolazione civile che non si impara su nessun manuale. E’ spontanea, è una ’dote’ naturale e come tale un valore aggiunto tutto italiano. Quasi sempre, solo italiano.

Fra i circa mille militari attualmente impegnati nella missione fra Kuwait e Iraq (dei quali un numero che oscilla fra 300 e 400 nella base ’Castra Praetoria’, ad Ali Al Salem) ci sono anche quelli del 4° Stormo, sempre presente con almeno un Eurofighter e con piloti e personale tecnico che si alternano. Gli ’Efa’, insieme ai ’Predator’, hanno un compito fondamentale, quello di sorvolare un’area definita del territorio raccogliendo immagini (foto e video) che vengono trasmesse al personale della cellula ’I2Mec’, specializzato nell’attività analisi. In pratica, un continuo monitoraggio dei luoghi (aree geografiche, edifici o anche veicoli) grazie al quale è possibile intercettare movimenti sospetti e prevenire azioni terroristiche. “Le attività di sorveglianza, ricognizione, intelligence e analisi, nonché di difesa aerea – dice ancora il colonnello –, oltre a rispondere efficacemente alle richieste della Coalizione, garantiscono e consolidano gli ottimi rapporti di amicizia e collaborazione tra Italia e Kuwait”.

Un’attività che, ovviamente, è pianificata nei minimi dettagli. Quota, velocità e rotta: tutto ben definito.

“Ogni missione è pianificata giorni prima – spiega il maggiore Nicola D.P., comandante del Task Group Typhoon –, anche se può succedere che l’attività pratica di ricognizione debba subire variazioni a causa di esigenze contingenti”.

Come il meteo, ad esempio. Il gran caldo e la sabbia sollevata dal vento sono elementi da tenere sempre in considerazione. “Ma l’Efa – dice il maggiore – è un velivolo in grado di lavorare anche in condizioni meteo o logistiche molto complesse”.

I caccia hanno un’operatività di circa 30 ore al mese e ogni due mesi vengono sostituiti. Le ricognizioni durano fra le 4 e le 5 ore e gli ’Efa’ hanno quindi bisogno di essere riforniti in volo per almeno due volte. Il personale tecnico è quindi fondamentali in ogni operazione, perché solo una perfetta manutenzione e ancor di più la capacità di ’interpretare’ ogni comportamento eventualmente ’anomalo’ del velivolo possono garantire totale sicurezza. La stessa sicurezza che poi l’attività degli Eurofighter è in grado di donare ad un territorio in cerca di pace.