MAGLIANO IN TOSCANAAl Cassero di Magliano arriva l’inconfondibile sound di Tullio De Piscopo, sabato (26 luglio) alle 21.30, per un grande concerto, pensato come un omaggio a Pino Daniele, nel decennale della sua scomparsa. Tante le collaborazioni per Tullio De Piscopo, con artisti come Quincy Jones, John Lewis e il Modern Jazz Quartet, Gerry Mulligan, Richie Havens, Chet Baker, Don Costa. E in Italia Mina, Fabrizio De André, Franco Battiato, Severino Gazzelloni. E poi nel jazz Enrico Intra, Franco Cerri, il quintetto di Basso-Valdambrini, Renato Sellani, Luciano Milanese, Dino Piana, Kay Winding. Ma Pino Daniele e Astor Piazzolla hanno sicuramente un posto particolare. Lo spettacolo, a ingresso gratuito, si intitola ‘I colori della musica’.
Quali sono oggi i colori di Tullio De Piscopo?"Sono sempre gli stessi. I miei colori sono sempre stati il blu, quello del blues di Pino Daniele, e il rosso, quello del tango di Astor Piazzolla. Ho suonato con tanti artisti, ognuno di loro lo porto nel cuore. Con Pino tanti ricordi, anche nella sua casa di Magliano, dove sono stato tante volte. Porto quei racconti con me, nei miei tour. Con i brani che hanno fatto parte della mia vita".
In un’epoca dominata dalle mode musicali, ha sempre scelto una strada personale. Quanto è stata difficile questa coerenza?"Ascoltavo sempre quello che succedeva intorno. Ogni volta c’erano cambiamenti storici, nel modo di suonare. La batteria ha sempre avuto evoluzioni ritmiche incredibili. Io aspettavo, ascoltavo. Ma non ho mai ceduto alle mode, pur amando i grandi batteristi che ascoltavo, avevo i miei cinque colpi. In quei cinque colpi ho trovato la mia personalità, attraverso quei cinque colpi ho raccontato le mie origini".
Cosa sono i cinque colpi?"Sono i cinque colpi dei giacobini, quando portavano i condannati alla forca in piazza Mercato. Tum, tum, tum-tum-tum. I tamburi scandivano quei cinque colpi. E tutta la gente correva. Poi, pian piano, i napoletani hanno iniziato a sfottere i giacobini e quei cinque colpi sono diventati la tarantella. Le mie origini le ho trovate lì. È sempre stata quella la mia personalità. Poi Napoli suonava ovunque. La musica era nell’aria".
Non c’è più?"Non in quel modo. Camminavi e sentivi la musica che usciva da una stanza, da una finestra. Al mattino seguivi la prima radio o il primo disco e poi diventavano dieci e non sapevi più chi seguire. Oggi siamo tutti con gli auricolari, ci sono pochi spazi in cui i giovani possono suonare. Mi manca quella musica. Per fortuna abbiamo ancora questi concerti".
Riccardo Bruni