Corriere assassinato, anche tre donne nei guai: una voleva rivendere le borse di lusso

Per due di loro la procura di Grosseto ipotizza i reati di favoreggiamento, l’altra è accusata di ricettazione delle borse rapinate

Grosseto, 13 settembre 2024 – Non si arrestano le indagini sulla morte di Nicolas Matias del Rio, il corriere argentino di 40 anni sparito con un carico di borse per Gucci da 500.000 euro di valore e trovato senza vita dopo in un pozzo dell'Amiata, in località Casa Sallustri, nel comune di Arcidosso. 

Ora anche tre donne sono iscritte nel registro degli indagati. Come riporta Il Tirreno i sostituti procuratori Giovanni De Marco e Valeria Lazzarini hanno inviato avvisi di garanzia a Elmira e Ersiana Gjoni, ovvero la madre e la sorella di Klodian Gjoni, uno degli uomini adesso in carcere per sequestro di persona e omicidio, e Georgiana Eugenia Bartic.

Per le prime due la procura di Grosseto ipotizza i reati di favoreggiamento, per la Bartic invece la ricettazione delle borse rapinate. Le donne hanno risposto agli inquirenti mantenendo un atteggiamento collaborativo.

Georgiana Bartic ha addirittura consegnato agli inquirenti alcune delle borse che facevano parte del carico rapinato. Con le tre donne, sale a otto il numero delle persone indagate a vario titolo nella vicenda. Sono in carcere con le accuse di danneggiamento, omicidio volontario, rapina e sequestro di persona Ozgurt Bozkurt, Klodian Gjoni e Emre Kaia.

I tre, due turchi e un albanese, pedinarono il corriere con una Fiat Panda, fino a raggiungerlo e a convincerlo a seguirli. Sono indagati anche Niko Gjoni, padre di Klodian e tuttofare per i proprietari della villetta dove fu trovato il cadavere, e Zindan Bozkurt, fratello di Ozkurt: gravano su loro gli stessi capi di imputazione degli incarcerati tranne l'accusa di omicidio.

Nella casa per le vacanze Nicolas Matias Del Rio fu tenuto sotto sequestro dopo aver subito la rapina della merce che trasportava con un furgone della ditta per cui lavorava. Matias del Rio abitava ad Abbadia San Salvatore, sempre sull'Amiata, con la moglie e il figlio piccolo. Si era trasferito da poco tempo dall'Argentina e aveva trovato lavoro presso una ditta di trasporti del posto.