Domani, nel 1902, nasceva a Torino un personaggio che a prima vista non sembra avere legami con la Maremma. Si tratta di Carlo Levi, scrittore noto soprattutto per il romanzo "Cristo si è fermato a Eboli".
Ma Levi è molto di più. Di famiglia ebraica, laureatosi in Medicina, è anche politico, antifascista, giornalista e pittore. È quest’ultima attività che gli farà incontrare Grosseto.
Negli anni giovanili Levi stringe una forte amicizia col pittore Felice Casorati, frequenta intellettuali come Pavese, Einaudi e Gramsci, partecipa alla Biennale di Venezia e si inserisce negli ambienti artistici di Parigi; unitosi poi al movimento “Giustizia e libertà” di Carlo Rosselli, viene arrestato due volte e confinato in Lucania. Nel dopoguerra riprende l’attività artistica e nel 1955 arriva a Grosseto, dove partecipa a un’importante rassegna sul realismo. Da allora torna diverse volte nel capoluogo maremmano per presentare mostre, conferenze ed esposizioni.
Non a caso, nel 1965 il Comune lo omaggia, nella Galleria d’Arte Pascucci, con un’importante mostra personale. Nell’occasione, sia l’amministrazione comunale che quella provinciale acquisiscono due sue grandi grafiche, "Partigiani" e "Gli amanti", due opere a carboncino e seppia su carta che vogliono mettere in risalto l’umanità dei partigiani e dei contadini, uomini e donne uniti dall’affetto e dalla lotta antifascista cui Levi ha improntato la propria battaglia civile, come uomo e artista.
Rossano Marzocchi