
La segretaria di Cgil Grosseto rilancia sullo stallo del corridoio tirrenico. E invita alla mobilitazione: "Questo immobilismo è dannoso per la Maremma".
GROSSETOLa Cgil torna a farsi sentire sull’eterna incompiuta della Maremma: l’Aurelia. E lo fa rilanciando l’idea di una mobilitazione unitaria che coinvolga tutte le forze economiche, sociali e istituzionali del territorio. Lo spunto arriva dal recente dossier presentato da Confindustria, che ha puntato il dito contro le gravi carenze infrastrutturali che da decenni penalizzano la provincia di Grosseto. Tra queste, in primis, l’adeguamento della strada statale 1. "Le criticità sollevate da Confindustria – commenta Monica Pagni, segretaria della Cgil grossetana – coincidono perfettamente con quelle che anche la nostra organizzazione denuncia da anni. Il corridoio tirrenico è un nodo irrisolto che sta soffocando lo sviluppo del territorio, e il silenzio del Governo sugli impegni presi è diventato insostenibile." Nel mirino del sindacato c’è lo stallo sui lavori promessi per il tratto dell’Aurelia da Capalbio a Grosseto, per i quali era stata annunciata l’apertura dei cantieri nel 2025. "Ad oggi – sottolinea Pagni – non si è mosso nulla. E questo immobilismo sta penalizzando il tessuto produttivo locale e mettendo a rischio ogni giorno la sicurezza di chi percorre questa strada, ancora segnata da numerosi accessi a raso, soprattutto a sud del capoluogo." La recente bocciatura, alla Camera dei Deputati, dell’ordine del giorno presentato dall’onorevole Marco Simiani – che chiedeva di trovare 1,5 miliardi per finanziare l’opera – è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso."È l’ennesima prova – afferma Pagni – che si continua a politicizzare inutilmente un problema reale e urgente, che invece richiederebbe unità e concretezza." Per questo la Cgil propone di riattivare il comitato "Grosseto Sì, va avanti!", promosso negli anni scorsi per sostenere lo sviluppo infrastrutturale della provincia. L’appello è rivolto in particolare alla Camera di Commercio, affinché convochi entro fine luglio una prima riunione coinvolgendo Provincia, sindaci, parlamentari locali e tutte le forze sociali ed economiche che ne facevano parte. "Non possiamo restare fermi – conclude la segretaria della Cgil –. Servono azioni forti, anche simboliche, come un possibile rallentamento sulla stessa Aurelia o altre forme di protesta da valutare insieme. La Maremma ha il diritto di essere collegata in modo sicuro, moderno ed efficiente al resto del Paese".