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Rivalità storica tra Aurora Basket Desio e Firenze: il ricordo del PalaGiglio

La storica rivalità tra Aurora Basket Desio e Firenze rivive nei ricordi delle sfide epiche al PalaGiglio.

Lo sport del Basket

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Giampaolo Marchini

Aurora Basket Desio. Bastano tre parole per riaccendere antiche memorie di una ’feroce’ rivalità che dal maggio del 1985 lega il centro lombardo con Firenze. O meglio, una parte di Firenze, quella che ha un cuore con riflessi arancioni, come il pallone che rimbalza. Impossibile non tornare indietro con la mente a quelle tre sfide di maggio che fecero definitivamente scoppiare la ’basket mania’ sulle rive dell’Arno. Da qualche partita l’allora Ponterosso targata Liberti (azienda del patron Aldo Bordignon), aveva iniziato a giocare nel palasport del Campo di Marte. Una scommessa, anche quella dell’impianto, vinta da Giuseppe Varrasi che con l’allora assessore allo sport Enrico Bosi avevano (ri)dato vita a un palazzetto dalla storia travagliata. Già nel 1982, per la verità, Varrasi, i suoi collaboratori (impossibile non citare Franco Sabatini, tra gli altri) e coach Salerni avevano portato Firenze in serie A nello spareggio di Sarno. Sponsor Farrow’s, ma senza campo di gioco, con Livorno e Siena basi delle partite casalinghe. Un lento calvario e retrocessione, nonostante giocatori come l’ex Lakers Jim Chones.

Altra storia. Il PalaGiglio – ora Mandela Forum – nel 1985, diventò il teatro di due partite che, chi le ha vissute sul campo e sugli spalti, difficilmente riuscirà a dimenticare. Due squadre di grandissimo livello, formate da giocatori italiani che se giocassero adesso potrebbero mettere in difficoltà tanti stranieri e comunitari che giocano nella nostra serie A attuale. Ad esempio Gigi Serafini da una parte, quella giusta, e Claudio Crippa dall’altra. Ma al di là della battaglia in campo, restano le immagini di 5mila persone che nella decisiva gara-3, vinta ancora una volta sul filo di lana (come gara-1) trasformarono il palazzetto in qualcosa che a Firenze non si era mai visto. Per il basket.

Una rivalità, per tornare all’inizio, anche sugli spalti. Desio si era infatti presentata con una nutritissima pattuglia di rumorosi tifosi, munita di tavolette di legno per amplificare il proprio sostegno. Tavolette poi ‘volanti’ nel corso della partita. Cori, striscioni e anche fumogeni che quelli che sarebbero diventati i Whitered Devils avevano portato dentro il palazzetto.

Nel mezzo una trasferta nell’epico PalaLido di Milano di un manipolo di eroi che portarono un enorme bandierone cucito dalla mamma di uno dei più sfegatati tifosi. Bandierone che subì l’assalto degli avversari, ma prontamente ricucito sempre dalla sarta per caso. Gara-2 finì con una robusta sconfitta (-20), ma al ritorno l’apoteosi. Il palazzetto prese per mano la squadra che regalò alla città intera un sogno. Da lì in poi i tempi di JJ Anderson, John Ebeling, Rudy D’amico e del presidente Pedini. Ma senza questa banda di fratelli...

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