La pelletteria in Valdarno Valdisieve: “Meno imprese e ordini”

L'analisi dell'Osservatorio Cna

Simone Balducci

Simone Balducci

Firenze, 16 aprile 2024 - “Conflitti armati, tensioni tra Cina e Stati Uniti, una produzione eccessiva negli anni passati, possibili cambiamenti nei gusti dei consumatori, le nuove regole europee sulle filiere e la conseguente diversificazione degli investimenti adottata dai grandi marchi a favore di regioni d'Italia con vantaggi fiscali rispetto alla Toscana. Sono tutte possibili concause delle difficoltà che il comparto della pelletteria del lusso, un pilastro della nostra economia, sta affrontando”. Così Simone Balducci, presidente dei pellettieri di Cna, nell'annunciare “La filiera del lusso e lo stato della pelletteria del Valdarno Valdisieve”, il momento di riflessione organizzato per questo pomeriggio, 16 aprile, da Cna Valdarno Valdisieve con il patrocinio del Comune di Pontassieve, per fare il punto sul comparto, cui parteciperanno con Balducci, Sandra Pelli, Presidente Cna Valdarno Valdisieve, Filippo Pratesi, Assessore attività produttive di Pontassieve e Gianluca Volpi, Direttore Ebret (ore 17:30, sede Cna, via Lisbona, 33, Pontassieve). Un settore in difficoltà che, come spiega Elena Bardi, coordinatrice dell’Osservatorio sulla pelletteria dell’associazione, conta nell’area, a fine 2023, 126 imprese artigiane attive (in diminuzione negli ultimi dodici anni del 34% e perciò in controtendenza al dato medio della Metrocittà di Firenze in cui le imprese di settore sono invece aumentate, nello stesso arco temporale, di circa l’8%), prevalentemente contoterziste (le aziende sono al 52% in conto terzi, al 20% miste e al 28% in conto proprio), impiega 861 addetti (circa il 9% degli addetti del settore dell’intera Metrocittà) per quasi il 52% donne. Analizzando nello specifico i territori, la Valdisieve conta 70 imprese artigiane attive (56 invece il Valdarno Fiorentino) e sembra aver accusato maggiori difficoltà negli ultimi 12 anni registrando una diminuzione di imprese di quasi il 46% rispetto al -10% circa registrato invece dal Valdarno Fiorentino. La situazione implica dunque pesanti ripercussioni economiche e sociali per l’intera area, basti pensare alla cassa integrazione dell’artigianato che, nella Città Metropolitana di Firenze (ad oggi non sono disponibili i dati disaggregati su Valdarno Valdisieve), da gennaio a dicembre 2023, è quasi raddoppiata, passando da 32 aziende e 351 lavoratori coinvolti a, rispettivamente, 60 e 642 (dati Ebret, Ente bilaterale dell’artigianato toscano). In base all’indagine campionaria condotta da Cna, le prospettive per il 2024 non sono rosee: alla previsione di riduzione degli ordini si affiancano infatti altri problemi, come le nuove richieste dei brand che vogliono interfacciarsi con contoterzisti che abbiano un’organizzazione aziendale pari alla loro, in grado cioè di soddisfare ciò che è loro richiesto dalle leggi europee votate alla buona gestione, come i requisiti ESG. Un set di adempimenti che richiede tempo, personale apposito e spese da parte di aziende che continuano però a non essere giustamente remunerate.

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