FABRIZIO MORVIDUCCI
Economia

La crisi della pelletteria, l’export perde ancora: “A rischio le nostre filiere”

Il report Istat sul primo trimestre 2025 conferma il trend in caduta libera (-20,7%). Fanno registrare il segno meno anche i settori del tessile e dell’abbigliamento

Continua la crisi della moda: dalla pelletteria al tessile all’abbigliamento. Settori che sono il cuore pulsante di Scandicci

Continua la crisi della moda: dalla pelletteria al tessile all’abbigliamento. Settori che sono il cuore pulsante di Scandicci

Scandicci (Firenze), 13 giugno 2025 – Non si ferma la profonda crisi della moda in Toscana e di riflesso nei luoghi che sono la locomotiva del made in Italy, la provincia di Firenze e Scandicci. Una crisi certificata anche dall’Istat che ha presentato il report sul primo trimestre 2025 sull’export nelle regioni italiane. Il dato sulla moda è devastante: -5,2% il tessile, -20% l’abbigliamento, -20,7% la pelle. Ovviamente a guardare con attenzione la crisi della ‘locomotiva della moda’ è il presidente di Cna Toscana, Luca Tonini: “Il comparto moda, tra tessile, abbigliamento e pelletteria, presenta numeri negativi importanti, che confermano le previsioni degli analisti di Bankitalia Toscana emerse nel report di pochi giorni fa. Il 2025 sarà ancora un anno difficile. E anche sul 2026 tanti punti interrogativi. Rischiamo di perdere filiere di eccellenza che sono importantissime per la nostra regione. Il comparto della moda è la parte più importante del made in Italy. E la Toscana è la punta di diamante del comparto per numeri. La situazione è davvero complicata”.

I numeri Istat evidenziano come la farmaceutica col (+91,2%) traina l’economia della regione. Mentre è in calo anche l’export del settore oreficeria e gioielleria (-22,7%). Su questo pesa lo stop della richiesta dalla Turchia (-36,3%). Sale invece l’export di metalli di base, come il lingotto d’oro, in crescita del 64%. “L’export verso la Turchia – ha detto ancora Tonini – è fluttuante, ma l’oro si afferma sempre di più come bene rifugio. Lo evidenziano anche le ultime fiere del settore”. In tendenza positiva la carta (+5,5%), mentre anche la meccanica segna il passo. Cresce l’export delle industrie, ma anche gli artigiani concorrono, per esempio, al successo della farmaceutica. “Ci sono piccole imprese – ha detto Tonini – che producono con altissima specializzazione per conto delle aziende farmaceutiche. E’ una realtà ben presente anche nel nostro mondo dell’artigianato”.

Ma il periodo storico è complicato per le piccole, l’eccessiva frammentazione del tessuto produttivo Toscano per esempio è ritenuta dagli analisti di Banca d’Italia, una delle cause principali dello stallo produttivo in regione. “Questa affermazione – ha detto ancora il presidente regionale di Cna – non mi trova d’accordo. Molti dei paesi dell’area euro si sono chiesti come avesse fatto, in pandemia, l’Italia a ripartire con numeri importanti. A mio avviso la ragione è che è stato il tessuto della micro e piccola impresa a far ripartire il mercato. E’ una questione di modello. Forse non sarà il più competitivo al momento, ma facciamo girare un’economia importante. E forse l’unione delle varie imprese, non la fusione, può essere un sistema per aumentare la competitività. Avrei una domanda: la grande industria, senza artigianato, sarebbe in grado di internalizzare tutte le attività e farle in house? La risposta la conosciamo già ed è no”.