MAURIZIO COSTANZO
Cultura e spettacoli

Maggio Musicale, va in scena la grande danza con la ‘Trilogia dell’estasi’

Il 30 e 31 maggio in Sala Mehta, tre fra le più celebri composizioni dell’ultimo secolo e mezzo

Trilogia dell’estasi

Trilogia dell’estasi

Firenze, 25 maggio 2024 – La programmazione dell’86esimo Festival del maggio Musicale si arricchisce con la proposta di uno spettacolo di danza messo in scena in sala Mehta il 30 e 31 maggio alle ore 20 – La trilogia dell’estasi. Il progetto, ideato da Roberto Zappalà con la collaborazione di Nello Calabrò, è una grande co-produzione fra la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la Compagnia Zappalà Danza, Scenario Pubblico, il Centre Chorégraphique National de Rillieux-la-Pape di Lione, i Teatri di Reggio Emilia, MilanOltre Festival di Milano, il Teatro Massimo Bellini di Catania e in collaborazione con Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Ravenna Manifestazioni e il Teatro del Giglio di Lucca. Protagonista delle due serate - di cui Roberto Zappalà ha curato regia, coreografia, scene costumi ( in collaborazione con Veronica Cornacchini) e luci - la Compagnia Zappalà Danza, al debutto al Maggio. La drammaturgia è firmata da Nello Calabrò. I danzatori in scena sono Samuele Arisci, Faile Sol Bakker, Giulia Berretta, Andrea Rachele Bruno,Corinne Cilia, Filippo Domini, Laura Finocchiaro, Anna Forzutti, William Mazzei, Silvia Rossi, Damiano Scavo, Thomas Sutton, Alessandra Verona e Erik Zarcone. Lo spettacolo – che partendo dal Teatro del Maggio toccherà nei prossimi mesi anche Milano, Catania, Bolzano, Pesaro, Piacenza, Reggio Emilia, Ravenna e Lucca – è basato su tre fra le più celebri composizioni dell’ultimo secolo e mezzo: Prélude à l'après-midi d'un faune di Claude Debussy, il Boléro di Maurice Ravel e Le Sacre du printemps di Igor’ Stravinskij. Chiave della trilogia è il lavoro sullo spazio, nel quale si va creando un “dispositivo scenico” che, volta per volta, limita, amplifica, e modifica la coreografia, curata da Roberto Zappalà e pensata per un unico set scenico. Le tre creazioni che hanno come comune denominatore il linguaggio chiaro e ‘selvaggio’ di Zappalà, vengono tutte presentate nella stessa serata. La sfida e la scommessa di questa trilogia è quella di trovare un nuovo immaginario che senza negare il passato vuole non modernizzare ma, forte della maturità acquisita, personalizzare un mondo che ha già un potere evocativo immenso. Per Zappalà l’accento nelle sue creazioni, è sulle relazioni umane, sui rapporti tra uomini e donne: negati, esaltati, violati in una “riflessione” coreografica sulle derive della società contemporanea.