"Buio in sala": amore e psicoanalisi al Cinema Astra

A partire da domani, quattro film recenti e un evento speciale nel programma della storica rassegna nata dalla collaborazione tra Fondazione Stensen e il Centro Psicoanalitico di Firenze.

Leila e i suoi fratelli

Leila e i suoi fratelli

Firenze, 14 febbraio 2024 - Anatomia di un sentimento. L'amore e le sue mille sfumature sono al centro della storica rassegna "Buio in sala", nata dalla collaborazione tra Fondazione Stensen e il Centro Psicoanalitico di Firenze: il percorso, in programma al Cinema Astra ogni giovedì dal 15 febbraio al 7 marzo, propone quattro film recenti apprezzati da critica e pubblico, oltre ad un evento speciale dedicato ai diritti delle donne in Iran.

Un viaggio sentimentale intenso e profondo, originale e sorprendente, che fa tappa domani sera a Salé, una delle città più antiche del Marocco, dove il matrimonio tra Mina e Halim, sposati da venticinque anni e proprietari di un negozio di caftani, sarà sconvolto dall'assunzione del giovane assistente Youssef, di cui l'uomo si innamora perdutamente: "Il caftano blu", diretto da Maryam Touzami, non è il classico triangolo amoroso, ma racconta tre livelli emotivi che si intrecciano e si evolvono nel corso della narrazione, illustrata da Irene Ruggiero del Centro Psicanalitico di Bologna. 

E' una danza sospesa tra abisso e redenzione l'ultima opera di Emma Dante, "Misericordia", che la drammaturga palermitana adatta per il cinema: la storia, presentata da Anna Cordioli del Centro Veneto di Psicoanalisi, è ambientata in una Sicilia onirica tra baracche fatiscenti e giovani prostitute vittime della violenza del loro protettore, Polifemo: nel mezzo, Arturo, figlio dell'uomo, un ragazzo con problemi psichici che le donne hanno cresciuto come un figlio putativo, e cercheranno di salvare dall'orrore di quella vita. L'amore è dono, gratuità, sensibilità, verso gli altri e l'esistenza stessa, che nella sua quotidiana monotonia non si ripete mai uguale: come insegnano i "Perfect days" del lavavetri Hirayama, protagonista dell'ultimo capolavoro di Wim Wenders, una tela apparentemente omogenea che si riempie di piccoli segni umani - tutti simili, tutti diversi - che rendono unico e speciale il passaggio del tempo. 

"Past Lives" di Celine Song, analizzato da Cristina Saottini del Centro Milanese di Psicoanalisi, è una malinconica riflessione sulle occasioni mancate, il destino, e la fragilità dei sentimenti: con uno sguardo romantico e nostalgico che omaggia il cinema di Wong Kar-wai e Richard Linklater, la giovane drammaturga al debutto dietro la macchina da presa segue nel corso di ventiquattro anni la relazione tra due amici d'infanzia, Nora Moon e Hea Sung, separati dal caso e dalle scelte di vita, fino all'ultimo, struggente addio. Si intitola invece "Donne, vita e libertà" l'appuntamento dedicato alla condizione femminile in Iran: la psicoanalista Virginia De Micco commenterà uno dei capolavori della scorsa stagione, "Leila e i suoi fratelli" di Saeed Roustayi, un atto di denuncia contro la crudeltà e la miopia della società patriarcale iraniana, che impedisce a Leila di riscattare dalla miseria perfino i suoi stessi genitori e i quattro fratelli con cui vive. 

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