PIETRO MECAROZZI
Cronaca

Abusava delle due figlie, botte e violenze per anni: padre condannato

Firenze, maltrattamenti e soprusi: 6 anni e 8 mesi con rito abbreviato. La denuncia scattata l’anno scorso dopo che la moglie finì all’ospedale

Un tribunale (foto repertorio Ansa)

Un tribunale (foto repertorio Ansa)

Firenze, 12 marzo 2024 – Un inferno durato circa vent’anni. Un inferno da cui la moglie e le due figlie non riuscivano a uscire: aggiogate dalla crudeltà di un uomo, marito e padre, di cui è difficile comprendere i gesti, ed è ancora più difficile accettarli. Ieri, all’aula nove del tribunale di Firenze, a questo inferno è stata posta la parola fine. L’uomo, un albanese residente a Firenze da molti anni, è stato condannato per maltrattamenti e violenza sessuale a sei anni e otto mesi di reclusione, dopo la riduzione di pena - dai dieci chiesti dalla pm - scattata con la scelta del rito abbreviato. Lui era in aula, impassibile e cupo in volto, al momento della pronunciazione del dispositivo. Era in aula quando l’avvocato Filippo Bardazzi, difensore della madre e delle due figlie, ha spiegato cosa avveniva dietro le mura domestiche, e i traumi con i quali le tre donne sono costrette a convivere.

Tutto ha inizio quando la moglie decide di raggiungere il marito in Italia, dove lui lavora e dove si è creato una stabilità economica che in Albania mancava.

Sono i primi anni ‘90, e nel giro di poco tempo, quello che per la donna sembrava l’inizio di una nuova vita, si trasforma nel peggiore dei suoi incubi. "Spazzatura, ti ammazzo, ti brucio con la benzina, ti porto nel bosco e ti impicco". Sono alcune delle frasi pronunciate dall’uomo nei confronti della moglie. Poi sono arrivate le botte: calci su tutto il corpo, schiaffi e pugni, che la donna doveva dire di essersi procurata da solo, cadendo. In un episodio, le ha strofinato il coltello sul volto, minacciandola di tagliarle il naso e l’orecchio.

Alle figlie (poco più che maggiorenni), se possibile, spetta un trattamento peggiore. L’uomo, in vari episodi, percuote le due ragazze, umiliandole e riempendole di lividi. In un momento di follia, ha anche sputato nel bicchiere di una delle figlie, costringendola poi a bere. Il tutto davanti all’unico figlio maschio, ai tempi dei fatti minorenne.

Infine, ci sono le violenze sessuali. L’uomo, si legge dagli atti, ha costretto le due figlie a compiere atti sessuali, a guardare materiale pornografico e a subire palpeggiamenti e molestie.

Un tormento che ha raggiunto il punto di non ritorno i primi giorni di agosto del 2023, quando la moglie, dopo un pestaggio del marito, ha perso i sensi e ha riportato un trauma cranico e ematomi sul braccio. Lì è scattato il codice rosso per le donne vittime di violenza, l’uomo è stato ’ammonito’ con un divieto di avvicinamento che, tuttavia, poco tempo dopo non ha rispettato ripresentandosi dalla moglie. È scatta quindi al custodia nel carcere di Prato, dove l’uomo, dopo la sentenza di ieri della giudice Anna Liguori, è tornato.