
Sì a computer e tablet in uso a ragazze e ragazzi per scopi puramente didattici
Arezzo, 11 giugno 2025 – Dal prossimo anno scolastico gli smartphone saranno banditi dalle scuole superiori, parola del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Mentre gli studenti festeggiavano l’ultimo giorno di scuola, l’annuncio è arrivato in un’intervista al Corriere della Sera e segna un cambio di rotta deciso nella gestione dei dispositivi mobili a scuola.
La linea è chiara: il cellulare si lascia all’ingresso dell’aula, in contenitori appositi, e si recupera solo a fine giornata. Chi sgarra, va incontro a sanzioni, che saranno definite dai regolamenti interni di ciascun istituto. Una scelta che non nasce dal nulla.
Valditara ha citato dati preoccupanti dell’Istituto Superiore di Sanità: oltre un quarto degli adolescenti presenta un rapporto problematico con lo smartphone, con ripercussioni importanti su salute mentale e relazioni sociali.
E i numeri si traducono in storie concrete: lo scorso giugno, uno studente è stato ricoverato con sintomi simili all’astinenza da alcol, solo perché rimasto per qualche giorno senza cellulare. Un caso limite, ma rivelatore. In compenso, la tecnologia non esce dalla scuola.
Rimarranno i tablet – a uso esclusivamente didattico – e le lavagne digitali, già presenti in tutte le scuole grazie a un investimento statale di 2,1 miliardi di euro. Il rapporto studenti-tablet, intanto, è passato da 1 ogni 7 nel 2020 a 1 ogni 3 nel 2024, e in molti istituti ogni ragazzo ha il proprio dispositivo. Insomma, la scuola digitale continua, ma con regole più rigide. E ad Arezzo, cosa ne pensano i dirigenti scolastici? C’è cautela, ma anche disponibilità ad adeguarsi.
Cicalini, dirigente del Liceo Scientifico “Redi”, anticipa la linea del suo istituto: “Stiamo strutturando il regolamento collegiale per applicare la circolare nella sua interezza. I cellulari verranno riposti in appositi contenitori a inizio giornata e potranno essere usati solo in caso di attività didattiche, a discrezione del docente e previo avviso alla dirigenza”.
Più drastico Renzo Izzi, preside del Liceo “Margaritone”: “L’uso del cellulare a scuola è troppo spesso senza regole. Tenerli spenti dalla prima all’ultima ora sarebbe necessario per aiutare i ragazzi a riscoprire una dimensione scolastica libera da distrazioni e dipendenze”.
Luca Decembri, dirigente dell’ITIS “Galileo Galilei”, sottolinea le peculiarità degli istituti tecnici: “Al momento il cellulare è autorizzato solo per attività didattiche, mai per uso ricreativo, e la gestione è regolamentata a livello di istituto. Se la norma diventerà imperativa, la applicheremo. Ma in una scuola a indirizzo tecnologico come la nostra, è importante capire se ci saranno margini di flessibilità, sempre nel rispetto della privacy e solo per fini didattici”.
Il dibattito è aperto e la questione non è banale: tra l’esigenza di educare a un uso più consapevole della tecnologia e quella di garantire strumenti adeguati alla didattica, la scuola italiana è chiamata a trovare un nuovo equilibrio. Ad Arezzo, intanto, si comincia a fare i conti con una rivoluzione silenziosa, ma profonda.