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Cronaca

Chiusura delle scuole in Toscana, in molti istituti stop anticipato per il referendum

L’anno scolastico termina il 10 giugno. Usciti i nomi dei commissari esterni della Maturità 2025. A settembre, la nostra regione dovrà fare i conti con un taglio di 400 docenti. Preoccupa la sforbiciata al ‘potenziamento’. Arte: “Un danno per gli istituti”

Conto alla rovescia per la maturità

Conto alla rovescia per la maturità

Firenze, 4 giugno 2025 – Sono usciti i nomi dei commissari esterni della Maturità 2025. Mentre l’ansia degli studenti all’ultimo anno delle superiori cresce, gli altri invece fanno il conto alla rovescia. 

Chiusura delle scuole, quando il rientro a settembre

L’anno scolastico si avvia alla conclusione, ma quest’anno, per molti studenti, l’ultima campanella suonerà prima del previsto. Domenica 8 e lunedì 9 giugno si voterà per il referendum, e molte scuole, utilizzate come seggi elettorali, dovranno chiudere in anticipo per consentire l’allestimento delle aule. Non in tutte, però: la decisione è demandata ai singoli istituti e in generale saranno chiusi soltanto i plessi coinvolti nelle operazioni di voto. In pratica, le scuole con più plessi potrebbero vedere una chiusura anticipata solo parziale.

In Toscana, il calendario regionale fissa il termine delle lezioni per martedì 10 giugno. Ma nelle sedi di seggio le lezioni finiranno già venerdì 6 giugno. Manca pochissimo, dunque. Le scuole dell’infanzia continueranno invece come sempre fino al 30 giugno. Intanto, la Regione ha già fissato anche le date del prossimo anno scolastico: si tornerà in classe lunedì 15 settembre 2025. Le vacanze natalizie andranno dal 24 dicembre al 6 gennaio, quelle pasquali dal 2 al 7 aprile. L’ultima campanella è di nuovo prevista per il 10 giugno 2026.

In Toscana taglio di 400 docenti

Ma settembre porterà con sé anche un’altra novità, decisamente meno festosa: in Toscana mancheranno all’appello circa 400 insegnanti. Un dato che supera il calo demografico degli studenti e segna un passaggio critico nelle politiche per la scuola pubblica. Solo nella provincia di Firenze si perderanno almeno 115 docenti. “Si tratta di un attacco al sistema di istruzione pubblica”, accusa Emanuele Rossi, segretario della Flc Cgil fiorentina. “Il governo – continua – vuole trasformare la scuola da motore di emancipazione a strumento di selezione sociale”.

Secondo gli ultimi dati finora disponibili, la regione perderà circa 14.000 alunni in un anno. Una tendenza che coinvolge tutti i gradi d’istruzione: alle superiori si passerà da 170.475 a 163.846 studenti, alle medie da 92.991 a 90.221, alle elementari da 127.968 a 123.539. Ma i tagli previsti non seguono solo l’andamento della natalità: i posti cancellati sono più del doppio di quelli che si perderebbero per ragioni demografiche. A Firenze, per esempio, sarebbero giustificabili 47 cattedre in meno. Ne verranno tagliate 115.

A farne le spese sarà soprattutto il cosiddetto “potenziamento”: quelle ore aggiuntive che servono per corsi di recupero, attività di inclusione, progetti innovativi o copertura di assenze. Mediamente, ad ogni istituto saranno tolte da una a tre cattedre. “Era un aspetto positivo della ‘Buona scuola’ di Renzi - dice Ludovico Arte, preside del Marco Polo di Firenze -. A noi è stata tolta una cattedra e mezzo. È un peccato, perchè il potenziamento in questi anni ha dato respiro e flessibilità alle scuole. Ridurlo, è sicuramente un danno sul fronte delle attività extra, oltre che delle sostituzioni all’ultimo minuto”.

Ma non finisce qui. Nel 2026 sarà il personale Ata – collaboratori scolastici, amministrativi, tecnici – a subire i colpi della spending review, con oltre 2.000 posti in meno a livello nazionale.

Maturità, quando la prima prova

Tornando alla Maturità, il giorno della prima prova sarà il 18 giugno, quando gli studenti saranno alle prese con la prima prova scritta, il tema d’italiano. Sette tracce, divise tra analisi del testo, testo argomentativo e tema d’attualità. Il giorno successivo, giovedì 19 giugno, si terrà la seconda prova scritta sulle materie caratterizzanti ogni indirizzo: latino per il classico, matematica per lo scientifico, e così via.

Il punteggio finale si comporrà di massimo 40 punti per il credito scolastico, 20 per ciascuna delle due prove scritte, e fino a 20 per il colloquio orale, che resta pluridisciplinare. E il punteggio finale andrà da 60 a 100. I super bravi avranno anche la lode. La commissione d’esame si conferma mista: tre commissari interni, tre esterni e un presidente esterno.

Due le novità principali di quest’anno. La prima riguarda i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), che tornano a essere obbligatori per l’ammissione all’esame. La seconda è legata alla condotta: chi avrà la sufficienza risicata – un sei in comportamento – dovrà presentare all’orale un elaborato sulla cittadinanza attiva e solidale. Una novità che punta a rafforzare il legame tra scuola, educazione civica e responsabilità individuale.