Viaggio nei circoli Arci Delusione e nostalgia "Siamo al punto zero Ora è vietato perdere"

Militanti e habitué a ’congresso’ il giorno dopo fra bicchieri e panchine. L’amarezza picchia e ora spunta la paura per l’affaire primarie in città. "Il Pd smetta di stare in copertina, scenda in strada e faccia il partito".

Viaggio nei circoli Arci  Delusione e nostalgia  "Siamo al punto zero  Ora è vietato perdere"

Viaggio nei circoli Arci Delusione e nostalgia "Siamo al punto zero Ora è vietato perdere"

Un po’ per sete, un po’ per rabbia. La Peroni ghiacciata, Gino la tira giù tutta d’un fiato, come fosse un bicchierino d’amaro. "Bevuta, come Pisa, Siena, Massa". E Campi? "No quella no, che almeno ha vinto la sinistra". "Sì, ha vinto e ha perso insieme. Un capolavoro" lo rimprovera il compare che si è ritagliato un triangolo d’ombra sotto i tigli del circolo Andreoni. Il ‘circolino’, come qui a Coverciano lo chiamano gli habitué, è uno dei muscoli dem che muove braccia e gambe dei militanti fiorentini del Pd. Sbarcò qui nel 1944, a segnare il confine tra Firenze e il nulla, scavandosi la tana nell’ex casa del fascio di via Settignanese conquistata in nome di Raffaele Andreoni, il partigiano Tarzan nato poco più sopra e ucciso a 20 anni. "Pensa che roba eh. Raccontaglielo vai, a Elly" brontola Gino, uno dei suoi avventori. L’imputata oggi è lei, Schlein. Ma il tribunale dell’Andreoni un po l’ha assolve. "È arrivata da nemmeno 90 giorni, non poteva cambiare nulla, ma d’ora in poi è meglio se lo farà. Guardate che siamo messi male eh".

"Sennò che si fa? Si perde pure Firenze? Il rischio c’è" provoca l’amico, operaio in pensione con 40 anni di tessera Fiom in tasca. Da Berlinguer in giù ha macinato (e votato) 14 segretari di partito. "E dieci - se la ride amaro - sono solo del Pd. Ma a votare alle amministrative non mi vedranno quest’anno". E allora di chi è la colpa? "Emiliano (Fossi ndr) – la butta là il vicino di panchina – ha piglio, non si nasconde. Campi gli ha fatto pagare la segreteria e la storia dell’aeroporto. E sai cosa? Meno male è venuto lui, non c’erano altri nomi".

Fra la tribù che abita i 250 tra circoli e case del popolo Arci in tutta la provincia, il mondo analogico prende ancora la pelle: annunci sui ticket per i redditi più alti, lotta alle nuove povertà, comizi in piazza e profilo basso (e poco profilo social) piacciono. Qua, per dire, la storia dell’armocromista, la consulente d’immagine che aiuta la segretaria dem a scegliersi i colori degli abiti, non l’hanno mica digerita.

"Il partito – brontolano davanti al circolino – esca dalle copertine di Vanity Fair e pensi alle coperte della gente, quelle che usano per scaldarsi quando le bollette vanno su. Questo ci serve. E ora le primarie siano di partito a Firenze, non di coalizione. Sennò perdiamo altro tempo". Per una bella fetta di Coverciano e Campo di Marte le primarie rischiano di essere la pagella sull’affaire Franchi. Il destino dello stadio sarà un piombo sulla bilancia. "Il Franchi deve restare qui, buttato giù e rifatto da capo. Finora è stato perso solo tempo e va fatto veloce. Ma la città la riescono ad ascoltare?". E con il mal di pancia fiorisce un filo di nostalgia per ’Matteino’. "Renzi come sindaco? Non era male, vediamo come si muove. Sullo stadio ha ragione lui" dice Gino.

L’unica candidata alle primarie dem per ora, Rosa Maria Di Giorgi, la ricordano bene proprio dai tempi di Renzi sindaco, nell’altro cuore Arci, il circolo delle Vie Nuove a Gavinana: tempio per la sinistra di governo e riformista, poi roccaforte dem per Renzi, presieduta da Franco Bonifazi, babbo di Francesco, senatore di Italia Viva. "Di Giorgi – riflette Sandro, uno degli ‘storici’ davanti ai gradini delle Vie Nuove – avrebbe un bel profilo. Anche Sara Funaro mi piace. Sono donne capaci, autorevoli. Spero solo che il Pd non si rimpantani ancora a scegliere chi". Davanti a lui il circolone è deserto. "Il servizio bar è sospeso dal 21 maggio. Stanno cercando un barista e cambia la gestione". Fra volantini di yoga, corsi di foto e mostre spuntano le parole di Giancarlo Brundi, tesoriere cittadino Pd e storico presidente del circolone, morto nel 2016 : "Una calda minestra e un pezzo di carne, cucinati con amore costruiscono il calore dell’umana solidarietà". C’è solo Sandro che le fissa e nell’altro salone il tintinnio delle slot machine che vomitano monetine. "Lì c’è il pienone". E pure uno steward incravattato. "Vedi che tutto è cambiato? Il mondo è diverso. Il Pd lo deve capire. Ora ci vorrebbe una birra". Un po’ per sete, un po’ per rabbia.

Claudio Capanni

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