Si prospetta un’ottima annata. Con i debiti scongiuri, la vendemmia ormai alle porte anche nel Chianti Classico si preannuncia come un’ottima annata. "Siamo ancora all’inizio, certo, ma il sentiment è positivo", spiega Giovanni Manetti eletto da qualche giorno per la terza volta presidente del Consorzio del Gallo Nero, e titolare dell’azienda Fontodi di Panzano in Chianti.
"L’abbassamento delle temperature è veramente salutare in quanto si riesce a migliorare il profilo aromatico. Avremo vini intensi per profumi e aromi, vini freschi che ricorderanno quelli degli anni Novanta, vini con una ottima acidità. Caratteristiche che incontrano il gusto del consumatore contemporaneo, anche i giovani. Sarà una vendemmia d’altri tempi anche i tempi che si sono allungati. Nel Chianti Classico si partirà tra poco e si terminerà a ottobre, come succedeva anni fa".
Come sottolinea Francesco Colpizzi titolare di fattoria Toscanella a Greve in Chianti e presidente di Confagricoltura Firenze, "nel Chianti Classico è ipotizzabile l’inizio della raccolta del Sangiovese agli inizi della prossima settimana. Abbiano dunque un ritardo rispetto alle ultime annate ed è un aspetto molto positivo per la produzione di vini più fini ed eleganti". Inoltre, continua Colpizzi, "le uve sono molto belle e le ultime piogge anche abbondanti hanno aumentato il turgore degli acini, con bucce elastiche e croccanti. La quantità è, in generale, in sensibile aumento sul 2023 ma di poco superiore alle medie. La qualità ad oggi molto soddisfacente. Nelle cantine si vedono vini con colore intenso ed un profumo spettacolare".
Inoltre, "anche dove ci sono state scottature sulle bucce per colpi di sole ad agosto, non si registrano lacerazioni con importanti fenomeni di muffe e marciumi. I vinaccioli iniziano ad essere maturi, con imminente maturità fenolica. Buon equilibrio tra zuccheri acidità e ph che dovrebbe anche migliorare nei prossimi giorni". Secondo Marco Guiggiani enologo di Castello della Panaretta "sarà una vendemmia che in generale deve tener conto del cambiamento climatico e che negli ultimi due anni ci ha segnato parecchio. Lo scorso anno molte aziende hanno portato in cantina pochissima uva, noi abbiamo avuto una perdita circa del 40%. Questo anno però, abbiamo jna grande quantità e nonostante il caldo torrido, c’è una sufficiente maturazione fenolica. Non aspettiamoci grandi gradazioni come è stato negli ultimi 10 anni".
Nicola Guidi, una azienda a San Donato in Poggio, Cantine Guidi, "ci sono state problematiche gestibili e quest’anno avremo una qualità superiore a quella degli ultimi anni. E anche le quantità saranno maggiori, entro la prossima setrtimana inizieremo. E qui c’è il vero problema, quello del mercato che non sempre recepisce tutto vino, c’è stagnazione, e la maggior produzione ci sarà da venderle".