
Veleni e battute fulminanti: "E sul traffico tutti zitti?. L’aereo serve. Ma sui viali"
"Sì, sì va bene Peretola. Ma l’aereo a me mi serve ma la mattina sui viali pe’andare all’Isolotto da Coverciano. L’altro giorno un’ora e passa...".
Gratta gratta – al netto degli scrosci di applausi, delle bordate di fischi e pure di qualche momento di tensione più alto del ’consentito’ che hanno accompagnato il confronto da tutto esaurito al Palacongressi, il fiorentino, anche quando inviperito o su di giri, alla fine si rifugia sempre lì, nella comfort zone che in fondo è casa di un popolo intero: la battuta.
Graffiante, irriverente, dissacrante. Quella che gira che ti rigira poi resetta ogni scontro, per quanto feroce sia, e porta tutti a dire: dai, ascoltiamo e vediamo cosa ci propone. La forza di un popolo vivace, ma pronto a rimboccarsi le maniche.
In una platea di 1.200 persone c’era un po’ di tutto l’altra sera. Unico comune denominatore le camicie inzuppate d’acqua per il temporale che non ti aspett(avi) alle otto di sera. Tanti professionisti, tanti volti noti del commercio e dell’associazionismo ma soprattutto tanta, tantissima gente di quartiere. Da Rovezzano, da Novoli, dall’Isolotto. E dal Campo di Marte, dove i comitati brulicano, un battaglione.
"Io la tramvia nel viale dei Mille un ce la voglio" urla una signora. E lo fa una serata intera, a prescindere dal fatto che in quel momento Sara Funaro stia parlando del suo piano casa o Andrea Asciuti della sua stravagante idea di rimettere in circolazione il Fiorino in città ("A quant’è il cambio con l’euro oggi?", altra battuta fulminante dal pubblico).
"La Sara è bravissima, ma lo vedi che non la fanno finire mai di parlare?" sbotta una ragazza dalle poltrone alte. E in effetti buona parte del pubblico non è esattamente squisito con la candidata dem.
Un po’ la questione è inevitabile – dei dieci in corsa, lei è l’unica che è espressione del governo uscente si fa necessariamente carico dei malcontenti vari ed eventuali degli ultimi anni – e un po’ è rinforzata dal fatto che le clacque più rumorose non sono ’di partito’ (fatta eccezione per la neonata Firenze Democratica, "Com’è ganza la Cecilia..."), bensì di moti civici. Sono loro i più rumorosi e indispettiti e ce l’hanno un po’ con tutti.
Anche con un composto (forse troppo) Eike Schmidt preso di mira a metà intervento: "Capisco criticare chi c’è stato finora, ma io ancora cosa vuol fare lui non l’ho capito" dice un uomo di mezza età alla moglie seduta accanto. In mezzo a tutto Saccardi rassicura, Del Re strizza l’occhio ai suoi, Palagi della sinistra critica resta severo ma alla fine scoppia a ridere quando ancora Asciuti gli dice: "Io in vacanza andrei con Dimitri". "Con meeee?" ribatte divertito l’altro.
Emanuele Baldi