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Una lapide in memoria di Pietro Bembo

Una lapide in memoria di un grande protagonista del Rinascimento italiano, il veneziano Pietro Bembo. L’iniziativa è dell’Accademia della Crusca,...

Una lapide in memoria di Pietro Bembo

Una lapide in memoria di un grande protagonista del Rinascimento italiano, il veneziano Pietro Bembo. L’iniziativa è dell’Accademia della Crusca, che oggi a Roma renderà omaggio al ‘principe dei grammatici’, vissuto nel XVI secolo e grande regolatore della lingua italiana, autore di un libro che divenne celebre in tutta Europa: "Prose della volgar lingua" (1525). Una rappresentanza della Crusca, insieme al presidente Paolo D’Achille (nella foto), si riunirà a Roma, nel Palazzo Baldassini: qui, a cura dell’Accademia e del Comune di Roma e con il consenso dell’Istituto Luigi Sturzo (che ha sede nel palazzo) e della Soprintendenza, alla presenza dell’assessore Miguel Gotor e del presidente Nicola Antonetti (Istituto Sturzo), sarà collocata una lapide in memoria di Bembo.

Fu poeta ed editore delle opere di Dante e di Petrarca e latinista eccezionale. Si deve a lui se ancor oggi studiamo la grammatica latina secondo le regole dell’età classica di Cicerone e Virgilio, e non di Apuleio o Quintiliano. Ma, soprattutto, nelle Prose della volgar lingua, fissò le regole grammaticali della nostra lingua, che rimasero stabili per secoli, mantenendo un contatto tra gli uomini moderni e i nostri grandi trecentisti, Dante, Petrarca e Boccaccio. E’ merito suo, ricorda ancora la Crusca, se le strutture fono-morfologiche dell’italiano contemporaneo sono ancora modellate sugli autori del Trecento fiorentino, nonostante i cambiamenti avvenuti nel tempo. Bembo, dopo la nomina a cardinale, visse a Roma, appunto nel Palazzo Baldassini, allora proprietà di Giovanni Della Casa, autore del celebre Galateo. In quel palazzo Bembo morì il 18 gennaio 1547. Per questo lo scoprimento della lapide avverrà oggi alla presenza del presidente della Crusca.

O.M.