OLGA MUGNAINI
Cronaca

Un grande bosco per smaltire i rifiuti

L’architetto Marco Casamonti e lo scienziato Stefano Mancuso stanno progettando l’impianto di Alia per produrre metanolo e idrogeno

di Olga Mugnaini

Saranno un archistar e uno scienziato di livello internazionale, entrambi fiorentini, a progettare il prossimo impianto di smaltimento di rifiuti di Alia sul territorio empolese, che servirà comunque alle necessità dell’area fiorentina.

A consegnare il progetto per metà ottobre saranno Marco Casamonti e Stefano Mancuso che, messi insieme, hanno il compito di inventare una struttura al top sia dal punto di vista ambientale che da quello estetico-architettonico.

E l’idea è molto suggestiva: un grande bosco urbano, con centinaia di alberi, capace di riqualificare un’intera area a ridosso delle vetrerie Zignago e vicina alla Fi-Pi-Li, con l’intento di essere più vicini possibile al concetto di economica circolare.

Casamonti & Mancuso hanno accettato la sfida proposta da Alia, convinti di poter realizzare forse l’impianto più moderno d’Europa, capace di essere un modello per altre realtà.

Dalle loro competenze scientifiche e architettoniche dovrà nascere infatti una sorta di grande parco all’interno del quale collocare non un “mostro“ da nascondere. E non più un inceneritore, combustore o termovalorizzatore, parole mai confortanti per i residenti. Ma un impianto di produzione di energia e metanolo attraverso il conferimento di rifiuti.

"Dopo il processo di partecipazione avviato con le categorie e con i cittadini, abbiamo assicurato un progetto all’avanguardia anche da un punto di vista architettonico e ambientale - spiega Giuseppe Meduri, direttore relazioni esterne Alia –, una vera isola ambientale che diventi un elemento di arredo urbano. Ecco il perché della scelta di un professionista quale Marco Casamonti, esperto di bioarchitettura; e del professor Stefano Mancuso, celebre per gli studi di neurobiologia vegetale, che consentirà di fare sperimentazione con le piante per la salvaguardia dell’ambiente".

I tempi: dopo la consegna a metà del prossimo mese degli elaborati della coppia di professionisti fiorentini, si passerà alla fase di ingegneria vera e propria che si prevede essere completata per la fine del 2022. Una volta approvato l’intero progetto da parte del consiglio comunale empolese, della Regione e delle altre istituzioni competenti, si stima che serviranno dai due ai tre anni per la realizzazione vera e propria. L’investimento è di 400 milioni. A costruire sarà Maire Tecnimont S.p.A attraverso la società controllata MyRechemical. Tecnicamente sarà un impianto di metanolo e idrogeno da rifiuti, per processare 256mila tonnellate all’anno di rifiuti non riciclabili e produrre 125mila tonnellate di metanolo e 1.400 tonnellate di idrogeno. Ad alimentare la struttura sarà tutta quella spazzatura che non può essere riciclatae altri tipi di scarti “secchi“ indifferenziabili.

Ma cosa c’è di nuovo e di rassicurante in questo ciclo, comunque, di smaltimento di rifiuti? "Il carbonio e l’idrogeno contenuti nei rifiuti sono recuperati attraverso un processo di conversione chimica in gas di sintesi, per produrre metanolo e idrogeno a basso impatto carbonico – si spiega da Alia - . Il processo evita le emissioni di inquinanti in atmosfera e il metanolo è utilizzato poi come combustibile per la mobilità sostenibile o nell’industria chimica e manifatturiera. L’idrogeno invece può essere utilizzato per decarbonizzare le industrie".