
FIRENZE
In almeno uno dei telefonini sequestrati ai quattro indagati per la violenza sessuale di gruppo denunciata da una turista canadese di 35 anni, ci sono tre video e una foto, che ritraggono momenti differenti della serata al ristorante di Impruneta. In un primo video, la ragazza sarebbe fuori dal locale, in piedi, e parla in inglese con i presenti. Gli altri due filmati, e l’immagine, sono invece relativi al momento in cui v’è l’approccio sessuale tra lei e due dei quattro indagati.
I difensori, tra questi gli avvocati Tiziano Veltri e Marco Giglioli, puntano molto sul primo video, per smontare il nocciolo dell’accusa mossa nei confronti dei quattro indagati (il titolare del ristorante e un dipendente di origine egiziana, due clienti albanesi) dal pm Beatrice Giunti. E cioè che la donna fosse incapace di esprimere un consenso a ciò che stava facendo per le condizioni di ubriachezza in cui si trovava. Al suo arrivo in ospedale, intorno alle sei del mattino successivo - la presunta violenza è collocata tra le due e le tre del mattino della notte tra venerdì 29 e sabato 30 luglio - la turista aveva un tasso alcolemico pari a due. Presi a verbale dai carabinieri, gli uomini si sono tutti difesi dicendo che la donna era consenziente. "Non ho niente da nascondere", ha dichiarato il titolare del locale in cui sono avvenuti i fatti.
L’indagine, nel frattempo, sembra entrata in una fase di stallo. La procura ha affidato alcuni accertamenti anche di natura genetica, al fine di collocare con certezza nel ristorante i 4 indagati, che, indipendentemente dal “ruolo“ avuto nella vicenda, rischiano pene severissime, se quanto contestato venisse confermato.
Ma per cristallizzare una testimonianza che rischia di deteriorarsi con il tempo che passa, non è escluso che il pubblico ministero opti per acquisire la testimonianza della turista canadese con la formula dell’incidente probatorio. Si tratterebbe di un’anticipazione a tutti gli effetti del processo, a cui la 35enne potrebbe partecipare in videocollegamento, visto che, poche ore dopo la vicenda, ella aveva già fatto ritorno in patria.
Un ulteriore aspetto, che potrebbe prendere corpo nelle contestazioni è quello relativo alla divulgazione del video. Pare ormai acclarato che oltre a filmare, l’autore abbia anche inviato il video. Una “goliardata“, secondo il suo difensore, ma che potrebbe costare caro.
La turista ha raccontato ai carabinieri di aver iniziato la serata facendo l’aperitivo nei locali della piazza di Impruneta. Poi di aver cenato nel ristorante e di essersi trattenuta con le persone conosciute.
Intorno alle sei del mattino, la donna si è presentata scalza (le scarpe sono state ritrovate dai carabinieri dentro al locale) e ha chiesto aiuto, raccontando di aver subito una violenza sessuale.
Stefano Brogioni