CATERINA CECCUTI
Cronaca

Truffe agli anziani: il coraggio di Paola premiato dal Rotary Firenze Nord

Consegnato a una signora novantenne il Premio «Il valore del coraggio 2024». La sua storia è un monito a non cadere nella trappola dei truffatori. A ricevere un riconoscimento anche i «Falchi» della Squadra Mobile di Firenze

Il momento della premiazione

Il momento della premiazione

Firenze, 6 giugno 2024 - Paola, 90 anni, trova il coraggio di raccontare di essere stata vittima di una truffa da migliaia di euro. In questi casi è più frequente per un anziano chiudersi in sé stesso, quasi vergognarsi di essere caduto in un raggiro. Non è il caso di Paola che, al contrario, vuole mettere in guardia altri anziani dalla possibilità di cadere nella trappola di malviventi che sfruttano la loro fragilità fisica e psicologica. A Paola, il Rotary Firenze Nord ha voluto assegnare ieri il Premio «Il valore del coraggio 2024», giunto alla 4ª edizione, nel corso di una serata alla quale ha partecipato il Governatore del 2071° Distretto Rotary Fernando Damiani. Per l’occasione era presente il questore di Firenze Maurizio Auriemma, e un attestato di apprezzamento dello stesso Rotary Club è stato consegnato dalla presidente Elena Rigacci ai «Falchi» della Squadra Mobile di Firenze, ossia gli stessi poliziotti che, sulle tracce di un’auto sospetta durante un controllo del territorio dell’hinterland fiorentino, sono riusciti ad arrestare i responsabili della truffa e a restituire in poche ore alla signora Paola i gioielli che lei stessa aveva consegnato al malvivente nella speranza di sottrarre la figlia ad un presunto arresto per un inesistente incidente che avrebbe causato.

«Il coraggio è un valore - è stato ricordato durante la serata rotariana - che non consiste solo nel compiere materialmente un’azione meritevole. È anche saper trasmettere coraggio, essere da esempio, a chi potrebbe non riuscire ad averlo in caso di necessità».

La storia di Paola comincia un pomeriggio con una telefonata al numero fisso di casa, quando una voce si presenta come «Carabinieri» e chiede alla donna se è sola in casa. «C’è mia figlia..» «Me la passi». La figlia (chiamiamola Sandra con un nome di fantasia) arriva e si sente dire, con tono convincente, che deve recarsi subito al comando per ritirare una notifica molto urgente. Non c’è tempo per farsi venire dubbi. L’ansia vince e la donna esce di casa, lasciando sola la madre. È quello che i truffatori vogliono: separare le due donne, tenendole contemporaneamente occupate al telefono. Paola sul fisso di casa e Sandra sul cellulare, attraverso il quale costantemente si informano sul luogo in cui si trovi durante il non breve tragitto di oltre 10 chilometri, molto trafficati, verso il Comando.

Contemporaneamente la madre viene informata sul perché la figlia è stata «convocata». «Ha investito una donna sulle strisce e non si è fermata. Rischia fino a 4 anni di carcere se non si paga subito un risarcimento all’assicurazione. Stiamo andando in tribunale». L’unico pensiero dell’anziana donna è salvare la figlia da una condanna. Per questo motivo apre la porta pochi istanti dopo ad un distinto giovane che le suona il campanello per ritirare contanti e gioielli che può avere in casa. Figlia e madre intanto non riescono a parlarsi perché i rispettivi telefoni sono occupati da due voci che costantemente ripetono: «Non metta giù». Nessun atto violento, neppure una minima spinta. Quanto basta per non essere incriminati di rapina. Ma neppure di furto. È la novantenne Paola che, in buona fede, consegna spontaneamente a quel giovane «carino, per benino», tutti valori che ha in casa. Aprendogli anche la cassaforte. L’uomo esce tranquillo ma dopo poche decine di metri un «Fermo, Polizia!» fa subito capire, a lui e a un complice in auto, che quello è il loro capolinea.

Sandra intanto, dopo aver atteso invano una fantomatica «pattuglia» che le sarebbe venuta incontro, trova finalmente la forza di vincere la crescente ansia e di riuscire a chiamare il 112 per avere spiegazioni. In pochi attimi le viene spiegato che è sicuramente una truffa e che a questo punto deve far rapidamente ritorno a casa. Madre e figlia finalmente si ritrovano. Il tempo di riprendersi e di andare in Questura per la denuncia. A fine di quell’interminabile giornata la signora Paola rientra in possesso dei suoi gioielli che i Falchi della Squadra Mobile hanno trovato nello zainetto dell’uomo fermato. Per la restituzione dei contanti i tempi giudiziari sono necessariamente più lunghi. «A 90 anni non credevo proprio mi capitasse una cosa del genere» ammette Paola la cui solarità e schiettezza non conoscono limiti. «Quello che mi sento di dire e ripetere a tutti quelli che incontro è di non aprire mai per nessun motivo la porta di casa a sconosciuti. Anche se dicono di essere delle forze dell’ordine. Affacciatevi magari alla finestra o, ancora meglio, chiamate il 112. A me non è riuscito. Spero che a tanti altri riesca».