
L’ad Roberto Naldi: "Pronti al confronto con chi è contrario alla nuova pista. Ma vedo ideologia e disinformazione. Ecco come cambierà il Vespucci".
di Leonardo Biagiotti
Duemila posti di lavoro in più a (tra diretti e indiretti), 13 milioni di passeggeri complessivi, tra Peretola e Pisa, terminal più moderni al passo col mondo e magari collegamenti tra gli aeroporti e la Toscana del turismo e del business, leggi Versilia, costa maremmana e distretto tessile di Prato, più efficaci. È il masterplan 2035 di Toscana Aeroporti che oggi festeggia i primi 10 anni e già sta programmando i prossimi traguardi. Obiettivi che spiega l’ad Roberto Naldi.
Dieci anni di Toscana Aeroporti. Che cosa ha funzionato e cosa invece no?
"Partiamo dagli obiettivi raggiunti. Siamo stati i primi a realizzare davvero un sistema aeroportuale regionale integrato al cento per cento. Prima di noi era solo sulla carta, dopo di noi sono arrivati altri esempi. Tutto mettendo insieme due realtà millenarie come Pisa e , che non sono mai riuscite facilmente a trovare un’integrazione serena, e specializzando i due aeroporti. Aggiungo che abbiamo unito le due società precedenti senza licenziare nessuno. Non avevo mai visto niente del genere. Quanto alle difficoltà, certamente questi 10 anni non sono stati una passeggiata, soprattutto per il Covid. Nel 2020 abbiamo chiuso gli aeroporti. Ci siamo rimboccati le maniche, di nuovo non abbiamo licenziato nessuno e alla fine siamo riusciti a recuperare velocemente. Ora siamo sopra al periodo pre Covid. Sul fronte delle infrastrutture siamo consapevoli dei ritardi, ma spesso si tratta di aspetti sistemici che caratterizzano l’intero Paese".
Perché ci sono ancora ostilità verso il progetto della nuova pista di Peretola da parte di Campi, Sesto e Prato in particolare?
"Non è il mio mestiere esprimere opinioni politiche, ma credo che tutto sia frutto della politica del no, dell’allarmismo senza fondamento, dell’ideologia e della disinformazione. Prato, poi, non è coinvolta dal nuovo progetto sul quale c’è il parere positivo di Arpat. Siamo aperti al confronto con chi non è favorevole, ma ci piacerebbe avere pareri negativi motivati. Invece ci troviamo di fronte solo a pareri negativi generici basati su informazioni non corrette".
Nel centrosinistra ci sono prove di campo larghissimo per le regionali, trattative con forze come M5s e Avs contrarie all’ampliamento. La preoccupa la possibilità di un governo di questo tipo dopo il voto?
"Non ho nessuna preoccupazione, noi continuiamo a fare il nostro lavoro per tutta la comunità. La politica, di ogni schieramento, farà le sue valutazioni. Siamo imprenditori, lavoriamo in molti Paesi. Dovrebbe interessare se lavoriamo bene, se gli investimenti ci sono, se le compagnie aeree sono pronte a investire, dovrebbe interessare l’aumento di passeggeri, turismo, lavoro, visto che ogni milione di viaggiatori in più vale almeno mille posti di lavoro nell’indotto".
A che punto sono i piani di sviluppo dei due aeroporti?
"A Pisa, che pure è un aeroporto misto civile-militare, siamo riusciti dopo diverso tempo a trovare intese per la crescita e ora ci sono nuovi interventi di sviluppo. A metà del 2027 finiranno e avremo una capacità di 7,5 milioni di passeggeri, due in più di oggi. A il nuovo masterplan è bersaglio, come dicevo, di una politica di disinformazione e del no, ma siamo convinti che raccolga le indicazioni e gli elementi emersi da più e più riunioni. Contiamo che a luglio si finalizzi la procedura di Via-Vas ed entro fine anno si possa concludere il percorso autorizzativo per poi partire con i lavori".
Quanto servirà?
"Due anni e mezzo, ma potremo partire subito perché abbiamo un’impresa interna".
Perché Corporacion America di Eduardo Eurnekian, che controlla Toscana Aeroporti tramite la società italiana, ha investito in Toscana?
"La Toscana è un brand a livello mondiale e quando è emersa l’opportunità di acquisire il controllo dei due scali, Eurnekian ha subito sposato il progetto".
Quali sfide nei prossimi 10 anni?
"Completare il piano industriale e infrastrutturale, migliorare l’integrazione con l’Elba, la capacità tecnico gestionale che abbiamo e mantenere il trend di crescita. Nel 2035 puntiamo a 13 milioni di passeggeri come sistema, magari avendo ripristinato o collegamenti con gli Usa da Pisa, che avrà voli per Dubai anche in inverno".
Come migliorare la connessione degli aeroporti col territorio?
"Pisa ha bisogno di più treni la mattina all’alba e la sera tardi e di un vagone dedicato a chi ha tante valigie. Per la metrotramvia con Prato sarebbe importante".
Quali progetti per gli scali dell’Elba e del Cinquale?
"Sul Cinquale c’è un ricorso al Tar. Non ci fermeremo lì, ma non aggiungo altro. Sull’Elba stiamo cominciando, con Regione e Camera di commercio, a mettere le basi per un masterplan che ne migliori l’accessibilità. I collegamenti con Pisa, e Milano funzionano".
Fra dieci anni che aeroporto sarà?
"Se i progetti di sviluppo andranno in porto si passerà da 3,6 milioni di passeggeri a 5,5, ci saranno 2mila posti in più nell’indotto con spazi e servizi offerti completamente diversi. Gli abitanti di Peretola, Brozzi, Quaracchi non avranno più l’impatto acustico di oggi, passeremo da qualche migliaio di fiorentini penalizzati dal rumore a qualche decina. La pista sarà di 2200 metri e resterà così, non è allungabile. In più ci sarà un sottopasso per collegare Osmannoro e Sesto, con interventi sul fosso Reale e il bacino di laminazione per allungare i tempi di ritorno di inondazioni. Oggi siamo a 30 anni, passeremo a 200 migliorando la sicurezza. Faremo interventi ambientali per fauna e flora e il nuovo terminal avrà un impatto minore rispetto ad una realizzazione al cento per cento ex novo. Non dimentichiamo la tecnologia: adesso la media è di 80 passeggeri a macchina, con la nuova pista sarà di 140 con la possibilità, in futuro, di avere meno voli e minor impatto acustico".