REDAZIONE FIRENZE

Tessile, pelli & ed evasione Perquisizioni in fabbrica

La Finanza in sei aziende italiane e in un gruppo di imprese gestite da cinesi. Sequestro di sistemi informatici e telematici per un vortice di fatture false

Gli arresti (29) martedì, gli interrogatori di garanzia subito a ruota, ieri l’altro una serie di perquisizioni "di sistemi informatici e telematici" eseguita dalla Guardia di Finanza, nucleo Pef (polizia economico-finanziaria) coordinati dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal sostituto Fabio di Vizio.

La clamorosa inchiesta sul Sistema-China sull’asse Firenze-Prato (settore tessile, pellettiero e non solo) sul tourbillon di ditte ‘Apri e chiudi’, sulla poderosa evasione fiscale, sui 40 milioni di sequestro per equivalente disposto dal giudice, riserva altri botti in serie. E intacca ambienti e livelli superiori.

Prima gli accertamenti e la svolta sullo studio professionale ‘Venezia’ di Sesto con la sede ’Venezia & Schiavone’ all’Osmannoro (5i arrestati per associazione a delinquere, avrebbero pianificato, pilotato e messo in atto la incredibile, sistematica, totale sottrazione fraudolenta degli imprenditoria cinese da imposte e contribut; ieri le perquisizioni in un’azienda controllata dal gruppo Prada – la ‘Figline srl’, sede a Milano – alla ‘MR srl’, alla ‘Eurobags Srl’, alla ‘B&C Company Srl Unipersonale’, sedi a Figline e Incisa Valdarno, alla ‘Elia Srl’ di Castelfranco Piandiscò, e nella sede a Scandicci del marchio di moda fiorentino ‘The Bridge’.

Le perquisizioni nell’ambito di un filone dell’inchiesta che conta 19 persone (7 italiani) e sei aziende italiane indagate. Reato ipotizzato, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. "Documenti registrati nelle scritture contabili obbligatorie , o tenuti a mo’ di prova bnei confronti dell’amministrazione finanziaria".

Indagati, e perquisiti, tra gli altri, anche il legale rappresentante della Figline srl e il rappresentante legale di The Bridge. L’accusa, aver impiegato nelle dichiarazioni fiscali ai fini Iva fatture intestate ai prestanome delle aziende cinesi fornitrici e non ai reali gestori delle imprese. Evidentemente – secondo gli inquirenti – con la consapevolezza di quanto stava accadendo. Il filone è sui sospetti di connessioni con il filone principale, quello dei reati fiscali addebitati allo studio di consulenza e ai 24 imprenditori cinesi, amministratori di fatto e legali rappresentanti di una sessantina di aziende cinesi attive tra Firenze e Prato.

Fonti del Gruppo Prada hanno commentato in modo laconico la perquisizione nella sede della controllata Figline srl "di recente oggetto di un’importante ristrutturazione, che ha previsto tra l’altro il raddoppio della manodopera assunta sul territorio allo scopo di controllare in maniera puntuale la fornitura diretta e ridurre il mondo della sub-fornitura. Mai come in questa occasione – ha reso noto il gruppo – si può dire che l’indagine è il classico atto dovuto. L’azienda è serena e confida sul fatto che la sua posizione verrà subito chiarita".

giovanni spano