Firenze, 12 agosto 2024 - La tartaruga liuto, della specie 'Dermochelys coriacea', del peso di oltre 200 chili e lungo due metri, trovata morta il 7 agosto a due miglia di distanza dal faro del porto di Viareggio, è rara ma non troppo. Pur essendo la più grande tartaruga di mare esistente, e pur essendo un animale marino raro per le nostre acque, non è il primo esemplare avvistato e registrato in Toscana.
Nella nostra regione, dal 1990 ad oggi, Arpat ha infatti già registrato 10 segnalazioni (5 esemplari morti e 5 vivi): in un caso si è trattato di uno spiaggiamento, in 4 casi si è trattato di una cattura accidentale da parte di attrezzi da pesca (2 morti e 2 sono stati liberati), 2 sono stati solo avvistati in spostamento mentre in altri 2 casi si trattava di animali morti in mare aperto. Nella parte più settentrionale della nostra regione segnaliamo uno spiaggiamento a Torre del Lago nel 1991, una cattura a Forte dei Marmi nel 1998 ed una cattura a Carrara nel 2015. Nel caso della tartaruga rinvenuta a Viareggio, una motovedetta della guardia di finanza è intervenuta sull'esemplare, che aveva collo e pinna anteriore agganciati alla cima di un contrappeso subacqueo, tale che era impossibile sollevare dal fondo.
I militari si sono dovuti immergere per liberare la tartaruga e trainarla poi in porto dove una gru ha sollevato la carcassa. Era a 2 miglia dalla spiaggia di levante a Sud del porto di Viareggio, su un fondale di circa 15 metro di profondità. La tartaruga liuto è recuperata dalla Guardia di Finanza e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio-Toscana (IZSLT) di Pisa ha effettuato un esame anatomo-patologico sull’esemplare ed analisi su alcuni campioni, per accertare la causa della morte. I risultati non sono ancora disponibili. Quello che sappiamo è che era una femmina lunga 1,90 m pesante circa 230 chili, laddove il record mondiale era un esemplare lungo 2,56 metri per 916 chili di peso. Questa specie di tartaruga, la più grande al mondo, è ampiamente distribuita in tutti i mari, da quelli freddi del Nord a quelli tropicali, ma entra nel Mediterraneo solo saltuariamente, durante i suoi lunghissimi spostamenti, forse alla ricerca del cibo.
È una specie protetta, inserita nell’Annesso I della CITES (Convenzione di Washington) e considerata vulnerabile per la lista rossa IUCN, anche se alcune sottopopolazioni sono gravemente minacciate, come quelle presenti nell’Oceano Indiano o minacciate nel nord Atlantico. Dato che si ciba principalmente di meduse e tunicati, è possibile che questo esemplare di Viareggio, così come forse accaduto in precedenza in altri casi, abbia seguito la grande abbondanza di meduse (soprattutto della specie Rhizostoma pulmo, il cosiddetto polmone di mare) segnalata in queste settimane in varie zone nelle acque del Tirreno settentrionale e Mar Ligure.
In questi stessi primi giorni di agosto, nell’ambito delle attività della rete regionale di recupero di animali spiaggiati e catturati dell’Osservatorio Toscano Biodiversità, Arpat ha registrato, oltre alla grande tartaruga liuto ed alcuni nidi di Caretta caretta, anche lo spiaggiamento di ben 4 esemplari di delfini tursiopi (Tursiops truncatus) morti: una femmina (2,87m per 130kg) recuperata a Vada (Rosignano M.) il 4 agosto scorso, che è in corso di analisi da parte dei veterinari dell’IZSLT di Pisa; un piccolo esemplare (circa 1 m di lunghezza e 20 kg di peso) di maschio a Tirrenia (Pisa) ed 1 grosso maschio a Quercianella (Livorno) il 6 agosto; uno a Piombino l’8 di agosto. Questi ultimi quattro ritrovamenti si aggiungono agli 11 esemplari di tursiopi spiaggiati dall’inizio del 2024 (tutti morti), alle 4 stenelle (Stenella coeruleoalba), alla balenottera comune (Balaenoptera physalus) di Talamone (il 24 luglio), allo zifio (Ziphius cavirostris) all’Isola d’Elba (il 22 maggio) ed altri 4 delfini non determinati.
Maurizio Costanzo