
Dario
Nardella
Caro Franco,
la tua lettera parla di un pezzo di città che tutti amiamo, il giardino di Boboli. A fianco c’è la ex caserma Vittorio Veneto, chiusa da oltre 25 anni e in stato di grave abbandono. Un patrimonio storico-artistico che se non recuperiamo a breve sarà perso per sempre.
Si tratta di un luogo che non è mai stato accessibile alla città, nato come convento e infine utilizzato come caserma dal Ministero della Difesa, che nel 2014 lo ha alienato a un privato con l’autorizzazione della Soprintendenza, trattandosi di un bene demaniale vincolato.
Per recuperare un bene di tale valore, non era possibile stabilire a priori le destinazioni d’uso, e per questo fu deciso di imporre al privato l’espletamento di un concorso internazionale di idee per individuare le funzioni compatibili. Il concorso, con i suoi primi tre classificati, ha individuato nella funzione ricettiva quella più adeguata ad essere accolta nel complesso. A valle del concorso, sono stati portati avanti studi approfonditi da parte del privato insieme alla Soprintendenza e alle direzioni del Comune.
E’ un percorso che in questi sei anni non abbiamo mai tenuto nascosto, ma è sempre stato condiviso sia pubblicamente sia con il Consiglio comunale, che ha adottato la variante lo scorso giugno, e all’interno del quale tutti i cittadini singoli e associati hanno potuto presentare le proprie osservazioni che il Consiglio comunale esaminerà puntualmente. Dopo sei anni di ‘pensieri, valutazioni e discussioni’, indugiare ancora significherebbe assistere alla definitiva rovina di un luogo magico accanto a due dei luoghi più belli del mondo: Forte Belvedere e il Giardino di Boboli. Il collegamento tramite cremagliera tra questi due poli di interesse non verrà peraltro realizzato: si trattava di una proposta avanzata dal privato, che l’avrebbe sostenuto economicamente, previe indagini sulla fattibilità, rendendo questo collegamento fruibile a tutti; ma lo stesso privato non ha poi proceduto in questo senso.
In vista dei nuovi strumenti urbanistici, abbiamo inoltre dato il via ad un nuovo percorso di partecipazione - “Firenze Prossima” - a cui invito tutti a partecipare: è ora che dobbiamo immaginare la città del futuro e chiunque può farlo portando il proprio contributo sulle grandi scelte che ancora ci attendono. Costruiamo insieme, piuttosto che demolire ciò che invece aspetta di rinascere.